Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/99

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trad. da Mario Rapisardi 99


62Cinger lei non potrà più la nutrice
     Del solito monile al novo giorno;
     Nè tremerà l’afflitta genitrice,
     Che la discordia del nuzial soggiorno
     Sperar non le conceda una felice
     Corona di nepoti a lei d’intorno.
     Su, voi che i fati insiem col fil traete,
     Correte, o fusi, a trarre il fil correte.”

63I fausti vaticinj erano questi,
     Che le Parche esprimean dal divin petto,
     Di presenza a Pelèo: giacchè i Celesti
     Scender pria degli eroi soleano al tetto,
     E gli occhi dei mortali ancora onesti
     Bear talora del lor santo aspetto,
     Quando la pia religion primiera
     Dalla terra cacciata anco non era.

64E spesso il padre degli Dei, venuto
     Quaggiù nell’annual festa a lui cara,
     Nello splendido suo tempio seduto
     Cento buoj cader vide appiè dell’ara;
     Spesso là del Parnaso al giogo irsuto
     Scorrazzando venia Libero, e a gara
     Con alte grida e chiome all’aure erranti
     Infuriavan l’uvide Baccanti