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126 leonardo da vinci [§ 370

370. Del moto degli animali.

Ogni animale di due piedi abbassa nel suo moto più quella parte ch’è sopra il piede che alza, che quella ch’è sopra il piede che posa in terra; e la sua parte suprema fa il contrario; e questo si vede ne’ fianchi e nelle spalle dell’uomo quando cammina, e negli uccelli il medesimo con la testa e con la groppa.


371. Che ogni membro per sè sia proporzionato a tutto il suo corpo.

Fa che ogni parte d’un tutto sia proporzionata al suo tutto: come se un uomo è di figura grossa e corta, fa che il medesimo sia in sè ogni suo membro, cioè braccia corte e grosse, mani larghe, grosse e corte, e dita con le giunture nel sopradetto modo, e così il rimanente. Ed il medesimo intendo aver detto degli universi animali e piante, così nel diminuire le proporzionalità delle grossezze, come dell’ingrossarle.


372. Che se le figure non esprimono la mente sono due volte morte.

Se le figure non fanno atti pronti i quali colle membra esprimano il concetto della mente loro, esse figure sono due volte morte, perchè morte sono principalmente chè la pittura in sè non è viva, ma esprimitrice di cose vive senza vita, e se non le si aggiunge la vivacità dell’atto, essa rimane morta la seconda volta. Sicchè dilettatevi studiosamente di vedere in quei che parlano, insieme co’ moti delle mani, se potrete accostarli e udirli, che causa fa loro fare tali movimenti. Molto bene saranno vedute le minuzie degli atti particolari appresso de’ mutoli, i quali non sanno disegnare, benchè pochi sieno che non si aiutino e che non figurino col disegno. Imparate adunque da’ muti a fare i moti delle membra che esprimano il concetto della mente de’ parlatori. Considerate quelli che ridono e quelli che piangono, guardate quelli che con ira gridano, e così tutti gli accidenti delle menti nostre. Osservate il decoro, e considerate che non si conviene nè per sito nè per atto operare il signore come il servo, nè l’infante come l’adolescente, ma eguale al vecchio che poco si sostiene. Non fate al villano l’atto che si deve ad un nobile ed accostumato, nè il forte come il debole, nè gli atti delle meretrici come quelli delle oneste donne, nè de’ maschi come delle femmine.


373. Dell’osservanza del decoro.

Osserva il decoro, cioè la convenienza dell’atto, vesti, sito, e circonspetti della dignità o viltà delle cose che tu vuoi figurare; cioè che il re sia di barba, aria ed