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a 369] trattato della pittura - parte terza 125

sotto si figurerà e dirà di più accidenti, cioè del moto dell’irato, del dolore, della paura, dello spavento subito, del pianto, della fuga, del desiderio, del comandare, della pigrizia e della sollecitudine, e simili.1


366. De’ moti appropriati alla mente del mobile.

Sono alcuni moti mentali senza il moto del corpo, ed alcuni col moto del corpo. I moti mentali senza il moto del corpo lasciano cadere le braccia, le mani ed ogni altra parte che mostri vita; ma i moti mentali con il moto del corpo tengono il corpo con le sue membra con moto appropriato al moto della mente; e di questo tal discorso si dirà molte cose. Evvi un terzo moto che è partecipante dell’uno e dell’altro, ed un quarto che non è nè l’uno nè l’altro; e questi ultimi sono insensati, ovvero disensati; e si metteranno nel capitolo della pazzia, o de’ buffoni nelle loro moresche.


367. Come gli atti mentali muovano la persona in primo grado di facilità e comodità.

Il moto mentale muove il corpo con atti semplici e facili, non in qua nè in là, perchè il suo obietto è nella mente, la quale non muove i sensi, quando in se medesima è occupata.


368. Del moto nato dalla mente mediante l’obietto.

Se il moto dell’uomo è causato mediante l’obietto, o tale obietto nasce immediate, o no: se nasce immediate, quel che si muove torce prima all’obietto il senso più necessario, ch’è l’occhio, lasciando stare i piedi al primo luogo, e solo muove le coscie insieme con i fianchi ed i ginocchi verso quella parte dove si volta l’occhio, e così in tali accidenti si farà gran discorso.


369. De’ moti comuni.

Tanto sono varî i movimenti degli uomini, quante sono le varietà degli accidenti che discorrono per le loro menti; e ciascun accidente in sè muoverà più o meno essi uomini, secondo che saranno di maggiore o di minor potenza, e secondo l’età; perchè altro moto farà sopra un medesimo caso un giovane che un vecchio.


  1. Nota nel codice: «Ma nota, lettore, che ancorachè messer Leonardo prometta di trattare di tutti i sopradetti accidenti, che per questo non ne parla, come io credo, per smenticanza, o per qualche altro disturbo, come si può vedere all’originale, che dietro a questo capitolo scrive l’argomento di un altro senza il suo capitolo, ed è il seguente: Del figurare l’irato ed in quante parti si divida tale accidente».