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264 sopra lo stato presente

rassegnarsi e cedere alla natura delle cose; — continuare in una vita che si disprezza, convivere e conversar con uomini che si conoscono per tristi e da nulla — il piú savio partito è quello di ridere indistintamente e abitualmente d’ogni cosa e d’ognuno incominciando da sé medesimo, — Questo è certamente il piú «naturale» e il piú ragionevole. Or gl’italiani generalmente parlando, e con quelle diversitá di proporzioni che bisogna presupporre nelle diverse classi e individui trattandosi di una nazione intera, si sono onninamente appigliati a questo partito. Gl’italiani ridono della vita; ne ridono assai piú, e con piú veritá e persuasione intima di disprezzo e freddezza che non fa niun’altra nazione. Questo è ben naturale, perché la vita per loro val meno assai che per gli altri, e perché egli è certo che i caratteri piú vivaci e caldi di natura, come è quello degl’italiani, diventano i piú freddi e apatici quando sono combattuti da circostanze superiori alle loro forze. Cosí negl’individui, cosí è nelle nazioni. Le classi superiori d’Italia sono le piú ciniche di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Il popolaccio italiano è il piú cinico de’ popolacci. Quelli che credono superiore a tutte per cinismo la nazione francese, s’ingannano. Niuna vince né uguaglia in ciò l’italiana. Essa unisce la vivacitá naturale (maggiore assai di quella de’ francesi) all’indifferenza acquisita verso ogni cosa e al poco riguardo verso gli altri cagionato dalla mancanza di societá, che non li fa curar gran fatto della stima e de’ riguardi altrui: laddove la societá francese influisce tanto, com’è noto, anche nel popolo, ch’esso è pieno di riguardi sì verso i propri individui, sì verso l’altre classi, quanto comporta la sua natura. Se gli stranieri non conoscono bene il modo di trattare degli italiani, massime tra loro, questo viene appunto dalla mancanza di societá in Italia, onde è difficile a un estero il farsi una precisa idea delle nostre maniere sociali ordinarie, mancandogli l’occasione d’esserne facilmente e sovente testimonio, perocché d’altronde noi siamo soliti a risparmiare i forestieri. Ma nel nostro proprio commercio, per le dette ragioni, il cinismo è tale che supera di gran lunga quello di tutti gli altri