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Di Antonio Fortunato Stella. |
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Signore ed Am. preg"’°
Dopo d’aver alquanto pensato ed anche scritto, e fatto scrivere,
per ben rispondere alle savie osservazioni sue contenute nella cara sua
18 del p. p. ho veduto che il migliore espediente (dappoiché Ella non
ha vincoli che le impediscono di venir qui) si è quello di pregarla di
venire; soggiugnendole che quanto più presto Ella verrà, tanto più ne
sentirò contento ed utile. Ella si fermerà poi qui tutto quel tempo che
più le sarà per piacere, certa di trovare in me più che un amico un
padre, e nella mia famiglia una buona madre e degli amorosi fratelli.
A spese di viaggi e dimora Ella non dovrà pensare: penserò io a tutto.
Ella non avrà altro pensiero che quello di farsi condurre qui in Milano,
e smontare alla mia casa posta in contrada di Santa-Margherita, la cui
porta è la prima a man dritta nel vicolo di San-Salvatore. Intanto scrivo
subito al mio amico sig. Giuseppe Moratti di Bologna impiegato nel-
l’offizio delle poste a cui Ella stessa potrà scrivere direttamente pel
denaro che le occorresse da fare il viaggio da Recanati a Bologna,
oppure farselo rimborsare quand’Ella sarà giunta colà. Al resto del viag-
gio penserà lo stesso sig. Moratti. L’attendo, desiderosissimo d’abbrac-
ciarla, e di provarle vie meglio ch’io sono
Il suo vecchio cordialiss. am.co e serv.
Ant. Fort. Stella
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A Giuseppe Melchiorri. |
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Caro Peppino
Rispondo alla tua dei 4 corrente. L’età del marmo, di cui
mi chiedi, sarebbe difficile a determinarsi dal confronto della
lingua e dello stile, poiché la lingua del marmo non è quella degli
scrittori latini, ma popolare, e le epoche della lingua popolare
latina non si conoscono. Le ragioni però di Cardinali mi paiono