Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1024

Da Wikisource.

deve aspettare da me, senza eccezione alcuna, tutto quello che dipende dal buon volere. Io son certo di trovare in Lei e nella sua famiglia quegli affettuosi e cari amici che Ella mi promette. Spero dal canto mio che Ella non potendo trovare in me altre qualità lodevoli, troverà pure almeno un cuor sincero, retto, sen- sibile, e capace di amicizia vera e tenera. LIo scritto a Roma per avere il passaporto dell’Ambasciata. Io partirò immanca- bilmente (eccettuato solo il caso di qualche ostacolo impreve- dibile) tosto che avrò nelle mani questo passaporto, il che dovrebbe essere o prima o poco dopo l’arrivo della presente. Ella mi creda, quale spero di darmele meglio a conoscere da vicino,

Suo vero e cordialissimo amico e sre
Giacomo Leopardi
700. Di Pietro Giordani.
Firenze 20 Giugno [1825]

Giacomino mio adorato. Io non ho cosa al mondo che io ami più di te; nè conosco chi più lo meriti. Un continuo pensiere, amorosis- simo e dolorosissimo, di te mi preme il cuore. Dovunque io vada, chiun- que io veda, non posso stare che io non parli di te: più spesso ne parlo co’ migliori; e quasi continuo con alcuni amici veramente ottimi e bra- vissimi: i quali di te e di me prendon compassione, sentendo il conti- nuo e gran dolore che io sento per te. Con tale animo figurati come io sopporti e la tua infelicità, e la lontananza, e per colmo di male il silenzio. Non ti scandalizzare se rispondo solamente ora alla tua 6. maggio. Oltre l’essermisi aggravato l’antico e insanabile e quasi conti- nuo male di nervi, che mi toglie a tutte le cose, e a me stesso; sono stato più di 50. giorni con un male stranissimo; il quale ostinandosi mirabilmente contro le più forti medicine, e il più riputato medico di Firenze, mi gravava di straordinaria malinconia, pensando ch’io non potessi evitare uno strano e doloroso fine. Ma perchè la natura è un orrido e brutto mistero, eccomi da due giorni liberato da quella paura; rimanendomi una parte di quel male, e intero l’altro mio vecchio com-