Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1040

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è forse un bene nella età in che è venuto il mondo, dal cui corso è ogni virtù sbandita «Nè trovo chi di mal far si vergogni».3 Basti: siaci di sollazzo la speranza di un’avvenire [sic] migliore. Podaliri, e Puccinotti, che La ricordano sempre con tenerezza, Le ritornano dupplicati i suoi cordiali saluti con espressioni le più affet- tuose. Io poi non saprei ridirle nella menoma parte ciò che sento per Lei; che l’amor mio è inesprimibile, e la penna al buon voler non può gir presso. Vale. Tuus sum quidvis mihi impera, exequar. Affmo Obbgmo Amico Luca Mazzanti Recanati 2. Agosto 1825

712. A Carlo Antici.
Milano 3. Agosto 1825.

Cariss. Sig.c Zio. Non potei ringraziarla nè del passaporto procuratomi costì, nè della sua graziosa e amorosa lettera, nè della commendatizia per Alborghetti, nè del suo bel libro e della gentile menzione che Ella vi ha fatta di me;1 non potei, dico, ringraziarla prima della mia partenza da Recanati, perchè me lo impedì un’ostinata flussion d’occhi, che non è ancora sanata, benché mitigata. Ora ricevo per mezzo di Alborghetti (col quale si è parlato molto di Lei) la sua dei 21. Luglio, alla quale rispondo subito, e con questo medesimo ordinario scrivo al Sigi de Bunsen nel modo da Lei suggeritomi. Quanto ai ringraziamenti da farsi a Lei, stimo bene di tralasciarli per non ripetere le cose che ho dovuto già dir mille volte. Quanto al Sig.c de Bunsen, la prego a volergli significare Ella stessa la mia riconoscenza più lungamente di quello che io ho potuto fare nella mia lettera. Venendo poi all’offerta del Segr. di Stato, le dirò in confidenza che se il governo non mi darà o non mi assicurerà fuor di ogni dubbio un buono e durevole stabilimento prima ch’io venga a Roma, io non mi muoverò di qua, dove posso fissarmi per sem-