Pregiatissimo sig. Cavaliere
Prima di partire da Milano fui avvertito da mio zio Antici
che Ella con suo biglietto in data dei 5 settembre1 si era com-
piaciuta di significargli che l’E.mo Segretario di Stato non aveva
ricevuto da Bologna alcuna risposta sopra il Segretariato del-
l’Accademia di Belle Arti dimandato da Lei per me.2 Venuto
qua da parecchi giorni, ho cercato d’informarmi su questo pro-
posito, e ho saputo che la carica di Segretario dell’Accademia
è ora addossata provvisoriamente a un certo Tognetti. Che il Card.
Legato, avendo ricevuta la lettera dell’E.mo di Stato scrittagli
in mio favore, la passò al Segretario di Legazione, il quale essendo
legato di amicizia col signor Tognetti, disse che la carica era
già coperta, e così fu risposto di qua all’E.mo di Stato. Che il
sig. Tognetti però è sempre provvisorio in questa carica, e impie-
gato d’altronde nelle Finanze e ben provveduto. Che il Card.
Legato non ha nessuna relazione col sig. Tognetti, e nessun inte-
resse perchè questa carica sia data definitivamente a lui piutto-
sto che a un altro. Che finalmente il conferire il Segretariato
dell’Accademia di Belle Arti, non solo è intieramente in mano
dell’E.mo di Stato, ma il costume è, ed è stato sempre, che il
Segretario di Stato lo conferisca a chi gli piace, senza nessuna
intervenzione nè del Legato di Bologna nè dell’Accademia. Per-
ciò i miei amici di qui mi consigliano ad insistere presso l’E.mo
di Stato, assicurandomi che l’ottenere questo impiego non
dipende se non da un grazioso atto di volontà di Sua Eminenza.
Ho voluto significarle queste cose, rimettendomi del resto
intieramente nelle sue mani. Profitterei di questa occasione per
ringraziarla delle tante e così gentili e cordiali premure che
Ella si è compiaciuta e continuamente si compiace di usare in
favor mio; se mi fosse possibile di trovare espressioni sufficienti
a dinotarle la mia vivissima e indelebile gratitudine. Bensì la