Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1125

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zione contiene infiniti pensieri e lunghi tratti di autori greci perduti e assolutamente classici, e nondimeno la detta Colle- zione è ignota affatto, non solo alla lingua italiana, ma a tutte le lingue viventi. Di modo che il mio volumetto sarebbe una cosa nuova, e di un interesse generale anche fuor d’Italia, poi- ché vi si vedrebbe p[er] la prima volta tutto il meglio e il più conveniente ai nostri tempi, che sia nella Collezione di Stobeo. Degli altri volumetti che si succederanno sullo stesso piano, par- lerò poi distintamente nel manifesto. Se bisogneranno note, memorie sulla vita degli autori ec. non si mancherà di aggiun- gervele opportunamente. - Dal Sig. Moratti ho ricevuto gli scudi romani 10 del mese di Novembre. - Le lezioni che io sono obbligato a dare, son due, e mi fruttano, l’una 6, l’altra 4 scudi il mese. Mi occupano fra ambedue tre ore al giorno, dalle 11 della mattina alle due pomeridiane, senza contare il tempo che mi bisogna p[er] portarmi presso chi dee ricevere la le- zione. - Farò i suoi saluti a Giordani. Ella faccia i miei, la prego, alla Sig. Bianca2 e a tutta la sua cara famiglia, e in par- ticolare al Sig. Luigi. Così anche a Compagnoni, a Bentivoglio e al conte Dandolo. - Quanto al Cicerone, attenderò sue let- tere e la servirò sempre con ogni impegno. - Non potrò mai dimenticarmi dell’amore e della bontà che Ella mi ha dimostrata e mi dimostra di continuo. Io la ricordo ogni giorno con tene- rezza, e desidererei di poterle provare col fatto quanto io me le senta obbligato, e quanto sia l’affetto che io le porto e por- terò perpetuamente. Segua ad amarmi, come io l’amo, e mi creda

Suo vero e cordialis. amico e sfe
Giacomo Leopardi

P.S. I miei affettuosi saluti al mio Sig. Lorenzini.