assai, e che è minacciata di un male ostinato. Ella crede che la ragione
di tale malattia sia stato il viaggio di Milano: Le confesso che secondo
quello che il Sig.r Marchese Antici m’ha detto diverse volte sullo stato
della Sua salute, la crederei piuttosto conseguenza di troppa applica-
zione agli studj ed in genere mancanza di movimento regolare. La mia
consolazione è che Bologna è celebre per i suoi buoni medici: Ella m’ha
detto di più che ci ha degli amici che non La lascieranno sola se è obbli-
gata di stare al letto, lontano dalla di Lei famiglia, e forse inabile ad
occuparsi di altro che di pensieri malinconici, che sogliono essere com-
pagni di mali di tal natura.
Intanto qui l’affare si è quasi deciso. Il Cardinal Camerlengo ha
positivamente promesso al Segretario di Stato, di conferirgli la Segret.
dell’Accad. di Bologna. Così mi disse S. Emza Venerdì passato.
Riguardo alla Cattedra ci vedo difficoltà, e superate queste, una mise-
rabile retribuzione pecuniaria.
Venerdì saprò se il Card. Galeffi ha già dato la sua promessa in
iscritto:1 in tale caso Le scriverò Domenica. Io considero la cosa come
certa. Mi duole di non vederla qui stabilita: mà sono persuaso che la
Cattedra non era da desiderarsi.
Se Ella mi conserva i sentimenti di amicizia che mi esprime, e che
a me sono preziosi e lo saranno sempre, mi tratti pure da amico, e
non parli di riconoscenza, ma piuttosto mi dia il segno di amicizia di
disporre di me e di quanto a Bologna ho messo a Sua disposizione.
Non si abbandoni mai a pensieri di malinconia, e conservi la sua salute.
Con vero amore
Suo sincero amico e servo Bunsen |
777. |
A Monaldo, Carlo e Paolina Leopardi. |
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Amatissimo Signor Padre.
Ricevetti, benché molto ritardata al solito, la sua carissima
in data dei 29 Ottobre, alla quale rispondo. Le sue osservazioni
circa la Cattedra di Roma sono, come ogni sua cosa, giustis-
sime e amorosissime. Le dico con verità che io non mi curo molto