Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1186

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che di assegnarle una conveniente somma, almeno per il primo anno, acciocché Ella possa e con ozio e con tranquillità e piacere lavorare alla opera che medita. L’Emrào è convenuto che questa strada è la sola: ieri m’ha ripetuta la sua promessa. Che ne penso io? Le dirò. Penso che se Ella viene qui dicendo che aspetterà 15 giorni per deci- dersi se deve o no andare in Toscana, avrà tutto: se non, niente. Le circostanze sono fatti, che bisogna trattare come tali, secondo la loro natura, come l’architetto il materiale: che serve di dire che rincresce non essere tutto marmo fino? Dico questo a Lei per vedere in iscritto quel che mi sono detto a me quando mi sentii sdegnato. Non isdegni la strada che propongo, e garantisco l’esito. Volgo nella mia mente ancora altre idee. Ugo Foscolo si è fatto onore e ricchezze al di là delle Alpi, senza cessare di essere Italiano e Scrit- tore Italiano: sdegnerebbe Ella una cattedra reale di Letteratura ita- liana (le lezioni in favella italiana) in una città che il filologo non può nei nostri giorni ignorare? Se io fossi colà, come (dtov auyx6^poùvx°?)1 lo sarò, se vivo, più tardi, parlerei con quasi certezza. Mà ancora così non mancano le probabilità di eseguire tale idea, se Ella accudisse alla medesima. Secondo me la letteratura italiana deve essere trattata come la classica, anche se non fosse che per il solo divino Dante. Chi la potrebbe coprire come Ella? 600 a 800 Scudi di appuntamento fisso sarebbero assicurati: la situazione sarebbe decorosa: Niebuhr ha lasciati gli splendidi ed altrettanto vani saloni della Diplomazia per trovarsi di nuovo frà i Bòkh, i Belcker, i Savigny,2 e tutta la corona dotta di cui risplende la mia patria. Parlo in ispecie di Berlino: mà ancora a Bonn col suo bello clima la cosa non sarebbe improbabile. L’idea non mi è nuova: mà ho finora voluto aspettare il corso qui o la sua venuta. - Avrei tanto da dirle, poco da scriverle. Abbiamo qui Sgricci,3 uomo chc mi fa stupire: perche [sic] con tutte le imperfezioni del genere ha un vero nume. L’uomo stesso mi ripugna: ma che delizia di sentire una volta di viva voce la bella favella Toscana! Ha improvvisato Alboino e ieri Aiace. - Mai va avanti coll’Antologia Imperiale: ho veduto gli stamponi: mi pare vedere che ha paura di compromettersi col Greco testo. Aspetto l’esemplare ora terminato del Platone di Bek- ker. - A proposito, se sentisse a Bologna o nella vicinanza di qual- che Statua o bassorilievo di merito superiore e vendibile, mi faccia la grazia di avvertirmene: facilmente l’acquisterei per Berlino. - Non mi resta spazio che per dirle che di tutto cuore l’amo e stimo: ho letto nuovamente i suoi canzoni [sic] e lettere, e mi sento l’anima muoversi