duzione del Facciolati, cosa se non molto buona, almeno sti-
mata, che una traduzione nuova fatta da un principiante, la quale
probabilissimamente non sarà buona, e certo non sarà stimata.
La novità in tal caso importa ben poco. - La lettera da lei
pubblicata sopra il Giordani è stata attribuita al profes. Costa.2
Desidererei da lei un cenno che smentisse questa opinione, che
io credo assolutamente falsa. I miei complimenti a tutti i suoi,
e in particolare al Sig. Luigi. Ancora all’Ab. Bentivoglio e a Com-
pagnoni e al Conte Dandolo. L’altro giorno si è molto parlato
di Lei con M. Merle, col quale mi sono trovato a pranzo. Ella
si guardi da questi orridi e micidiali freddi, mi ami, mi comandi
e mi creda
Suo cordialiss. sfe ed amico Giacomo Leopardi |
Pregiatmo Signore ed amico carissimo!
Corre al suo termine il primo mese dell’anno, che non doveva nep-
pure principiare senza che io avessi avuto una risposta definitiva da
communicarle. Avrei potuto scriverle di una nuova proposizione
intanto fattami, ma tanto fui dal principio persuaso che l’idea era infe-
licissima e la cosa impratticabile, benche [sic] di altissima origine, che
sdegnai farne parola a Lei. Ora posso dirle che l'Emrào voleva pro-
porre a Sua Santità di darle un posto alla Vaticana, mà che ora resta
convinto con me che metter Lei fra Mai e gli Scrittori, sarebbe un
mettersi fra l’albero e la coccia, come si suol dire in Tedesco. Non
ho potuto dissimulare a questa occasione la mia sorpresa: ho detto che
invece di pensare senza agire, sarebbe d’uopo di assegnare prima un
conveniente appuntamento e poi pensare allo specifico impiego: dico
sorpresa, perche [sic] avevo combattuto l’indegnazione e represso lo
sdegno che stat alta mente repostum. Non che ci sia cambiamento di
sentimenti, che sono i medesimi: ma che nonostante sentimenti e pro-
messe si agisce come se non ci fosse niente nè sentito nè promesso.
Basta: ho dichiarato all’Emmo che non resta dopo tanti giri e raggiri