non ne do presentemente, e spero in Dio di non essere obbli-
gato a darne per l’avvenire, io sarò pur debitore a Lei ed alla
famiglia, di una provvista che mi porrebbe in un certo agio. La
prego delle mie più tenere espressioni alla Mamma e ai fratelli,
ed anche, se le piace, dei miei complimenti alla Marchesa
Roberti, e dei saluti al Curato e a D. Vincenzo. Ella mi ami
e mi benedica come suo affettuosissimo figlio.
Giacomo.
Carissimo Sig. Padre.
Le scrivo oggi una lettera ostensibile,1 del tenore indicatomi
da Lei nella cara sua dei 31 Gennaio. Confesso che non senza
pena, e solo per ubbidirla, mi sono indotto a scrivere il para-
grafo del Benefizio nel modo che Ella vedrà e che mi fu sugge-
rito da Lei; giacché io, e quando scrissi le mie lettere passate,
ed ora, e sempre, intendevo ed intendo, che in qualunque
maniera e sotto qualunque nome Ella sia per disporre del Bene-
fizio, le rendite dovessero e debbano restar sempre a sua piena
disposizione, per applicarle a me o ad altri, in tutto o in parte,
come cosa sua, e come le rendite della Casa sua propria, e non
altrimenti. Nondimeno ho scritto come a Lei è piaciuto, giudi-
cando che ciò potesse servire alle sue intenzioni in qualunque
modo, e non potesse nuocere. Con tutto il cuore sulla penna,
dimandandole nuovamente la sua benedizione, mi ripeto
Suo affettuosissimo e riconoscentissimo figlio Giacomo |