vincia nel mettere a profitto i tanti generi squisiti che essa pos-
siede, e che eccedono il consumo dell’interno: giacché i formaggi
non sono il solo capo che manca in altre parti d’Italia, e che
sarebbe ben accolto, ma noi abbiamo ancora molti e molti altri
capi che da noi non si stimano e non si trovano a vendere per-
chè soprabbondano, e altrove sarebbero ricercatissimi. E i nostri
vini, che noi mandiamo solamente a Roma e in piccola quan-
tità, mentre ne abbiamo tanta abbondanza, non si vendereb-
bero qui nel Bolognese a preferenza di questi vini fatturati e
pessimi della provincia, tutti ingrati al gusto, e scomunicati gene-
ralmente da tutti i medici? Certo non fa per i possidenti di atten-
dere al traffico; ma se nella nostra provincia ci fossero altri che
vi attendessero, si arricchirebbero essi, e i possidenti avrebbero
modo di vendere i loro generi a prezzi convenienti. Mi rallegro
con Lei della riacquistata libertà. Ho già scritto a Melchiorri
del Varrone. Qui continuano le giornate temperate, che mi han
fatto tornare in vita da una vera morte, perchè le pene che ho
provate in quest’inverno non sono descrivibili. Saluti teneris-
simi alla Mamma e ai fratelli; e così vedendo il Zio Vito o la
sua famiglia, la prego a salutarli in mio nome; come anche il
Dott. Masi e il Chirurgo Prosperi, se Ella ne ha occasione. Mi
ami, mi benedica e mi creda sempre suo affettuosissimo figlio
Giacomo.
849. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
|
Signore ed Amico pregino
Alla cma sua dei 15. corrente. Consegno al Sig. Moratti una
copia della Comparazione delle sentenze di Bruto e Teofrasto,
corretta. Non ci trovo cosa che mi paia dover dispiacere a codesta
censura, e però crederei che passasse. In caso che Ella voglia
effettivamente unirla al Manuale ec., il Frontespizio dovreb-
b’essere concepito in questa forma.