Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1239

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e Intendentone» sapendomi vostro Zio mi disse: «In un giornale di Milano vi ha una fiera diatriba contro le poesie del Ctè Leopardi». Possibile, risposi io! Eppure hanno esse riscossi ovunque grandi applausi. Forse sarà quella l’opera di qualche novello Scannabue,1 che vuò mettersi in opposizione col sentimento universale. - Le farò ave- re il giornale, replicò l’Intendente, appena l’amico potrà disporne. - Ieri mattina mi veggo giungere i fascicoli IX, e XI del Ricoglitore,2 e con dispettosa avidità mi pongo a leggere gli articoli, che vi riguar- dano. Stupii delPinsensata interpretazione di chi gli avea letti. Glieli rimandai dunque accompagnati da biglietto, di cui eccovi le precise parole. «Ritorno i due fascicoli del grazioso Giornale da Lei favori- tomi jeri. In pari tempo mi è forza esternarle mia sorpresa, come mai Le sia stato supposto, che l’articolo sulle Canzoni del Ctè Leopardi ridondi a loro biasimo. Chi glielo ha detto, non deve averlo letto, che alla sfuggita, e perciò non inteso. Lo esamini Ella stessa, e presto si avvedrà, che sotto l’apparenza di censurarle, si compartono a quelle Poesie le più magnifiche lodi. Tali ancora vengono compartite, senza far cenno, al venustissimo commento dell’Autore, subitochè tutto intero è stato inserito nel giornale, che non vuò farsi Ricoglitore di cose spregevoli. Spero che quando ci rivedremo Ella ancora sarà del mio sentimento, ed intanto ecc. ». Con questa dolcezza ho voluto inse- gnare a leggere a questo saccentino, che si è mostrato essere uno di quegli Italiani incapaci d’intendere quello che leggono, come (in ter- mini però troppo universali) avverte il vostro Compendiatore. Que- sta mattina poi, avendo io pescate tra i miei libri le due vostre prime Canzoni, glie le ho mandate in dono, pregandolo «di prendere da quelle una idea delle altre». O quanti pupazzi abbiamo, che si credono uomini d’ingegno, perche \sic\ nelle nostre, così dette, Accademie recitano qual- che sonettuccio, o qualche capitoletto! Eppure; siccome «infinita è la turba degli sciocchi» cotali pimmei «seggono a scranna colla vista più corta d’una spanna».3 Per dirvi poi mon arrière pensée su quell’articolo, io lo credo onnina- mente un parto della vostra penna. Non approvo però, che in tal guisa si faccia elogio delle opere laudevoli, perchè i più non sono capaci d’in- tenderlo. - De hoc satis -. Sappiatemi precisare, allorquando avrete occasione di scrivermi, se l’opera del Card. Pallavicini Del Bene è reperibile in una tersa e non troppo costosa edizione, come quella per esempio, che il Silvestri stampò in 12.0 sull’Arte della Perfez.0 Cristiana. Giordani, che ha tanto encomiata quest’opera ultima di quell’insigne scrittore, loda ben anche la prima. Voi me ne direte il netto.