per affare combinato; di che in seguito. - Leggete l’acclusa, e riman-
datemela subito: penso di \parola illeggibile]2 col conte Marchetti che
si è fatto domestico quel furfante. Bramerei sapere se costui reciterà tra
i poeti, perchè in tal caso mi pare che dovreste voi astenervene. -
Con libertà più che Fratesca, e veracemente fraterna ditemi: vi da-
rebbe noia venire il dì di Pasqua a desinare da noi? Mangeremo I’ovo
benedetto insieme, e l’innocente agnello pasquale. Se favorite, potete
ben esser certo che fate a tutti noi una vera grazia, purché sempre
non vi rechi troppo disturbo. Ci sarete voi, e forse M.r Merle. Addio,
uomo tanto bravo e buono, che io vi amerò e vi riverirò sempre come
la perfezione, che io tenni impossibile finché non vi conobbi. Addio.
[s.d., ma Bologna, 24 marzo 1826] |
Caro amico
Ti ringrazio dell’assoluzione, che riconosco dalla tua bontà,
e non dal merito dei formaggi, chè tristo me, se il perdono
dei miei peccati dovesse esser proporzionato a quel peso. Sarei
dannato, almeno, per tutta l’eternità. Frattanto mi prevarrò
del buono che tu mi dai da venir peccando un altro poco a
tuo conto. Con Israello non potevi condurla più bravamente.
Avrò ben caro di sapere se il furfante recita, perchè in tal caso
non reciterò io. Quanto al tuo carissimo invito, di cui ti ringra-
zio senza fine, ti dirò con libertà di vero amico, che avrei un’e-
strema necessità di finire in questi giorni alcune cose per Stella,
e non so se togliendo al lavoro di Domenica1 la metà della mia
giornata (che finisce, come sai, molto tardi) riuscirò a fare quel
che bisogna; tanto più che debbo già far la stessa sottrazione
alla giornata di Lunedì, che mi convien pranzare a buon’ora per
andare al Casino.2 Perciò se non ti fosse grave, piuttosto accet-
terei le tue grazie (che mi sono e saranno sempre veramente gio-
conde) in qualunque altro giorno che ti piacesse. Intanto ti
abbraccio di nuovo e ti saluto con tutto il cuore. Addio, addio.
Se scrivi a Giordani, salutamelo quanto più sai.