Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1278

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908. A Paolina Leopardi.
[Bologna] imo Maggio 1826

Cara Paolina. Ilo ricevuto il pacco, la scatola e la tua lettera dalla buona Bosi, ch’è stata da me due volte. Ringrazia tanto e poi tanto Mamma e Babbo dei formaggi, e Babbo poi in par- ticolare della molto bella scatola, che ho messa subito in uso. Babbo mi scrive di proccurar qui un poco di musica per Luigi. E vero che io sto in casa di due Ex-Cantanti, già famosi, che al loro tempo hanno girata mezza Europa;1 ma presentemente non pensano più alla musica, e certo non hanno niente a pro- posito per Luigi, perchè alla musica istrumentale non hanno atteso mai, conservano pochissime carte, e che a quest’ora sono antiche. Nondimeno io mi trovo veramente tra la musica, per- chè qui in Bologna, cominciando dagli orbi, tutti vogliono can- tare o sonare, e c’è musica da per tutto. Facilmente troverò qual- che cosa da poter mandare a Luigi perchè la ritenga, e non già per copiarla e poi rimandarla, che questo sarebbe impossibile, giacché qui ciascuno è geloso della sua musica come a Recanati. Ma intanto bisognerebbe sapere se Luigi desidera delle sonate per flauto a solo, o per flauto con accompagnamento di uno o più flauti, o di pianoforte, o d’orchestra piena ec. Mi specifichi il genere delle sonate, ed io ho qui chi m’insegnerà il modo di servirlo alla meglio. Le cose ch’io ti mando insieme con questa mia, le mando per non saper che mandare, non avendo ancora niente di quello che si stampa a Milano del mio. Darai a Carlo i due manifesti del Cicerone, e lo saluterai carissimamente per parte di Gaetano Melchiorri, che mi comparve l’altro giorno in camera all’improvviso. Già s’intende che lo saluterai senza fine per parte mia, e così Luigi e Pietruccio, e che bacerai la mano per me a Babbo e a Mamma. Salutami anche il Curato e D. Vincenzo. Se io ti voglio più bene? che domanda! Doman- dami piuttosto se ti posso voler più di bene. Qui non è Maggio ma Gennaio, e già da quindici giorni io son ritirato dal mondo, maledicendo Bologna e chi l’ha inventata. Oh qu'hcureux que je suis! non ti pare? Addio addio.