Son d’accordo ora con Lei riguardo all’accusativo relativo al verso
Ed io son un di quei, ec.
Venga pure il ms. delle Operette morali, e venga per via sicura,
ch’è quello che più importa; pel resto stia tranquilla, chè nulla uscirà
dalle mie mani, se in prima non sarò certo che ciò ch’io consegno mi
verrà riconsegnato.
Abbiamo accolti con piacere i saluti della sig.ra Padovani e li ricam-
biamo, accompagnati dal desiderio di sentire se fa progressi nella musica
come non sarebbe da dubitarlo e se è contenta del suo soggiorno in
Bologna.
E il mio caro conte Giacomo lo è egli pure? Son cessati i suoi inco-
modi. Oh vorrei pure sentirlo star bene! E lo abbraccio di cuore.
Il suo vecchio cord.le am.co
Ant.° Fort.0 Stella
P.S. Monti va qualcosa migliorando, ma per goder poi assai poco
dei beni della vita, quantunque pien di voglia ancora e di speranza
di esercitar la sua penna. Noti che giorno e notte viene vegliato, e
che non si è potuto mai moverlo dal letto.
Recanati 4. Maggio. 1826. |
Signore ed Amico amatissimo
Se pari ragioni Ella avesse a dolersi che io non Le scriva cosi di
frequente, come pur vorrei, quante io ne ho per rattristarmi del Suo
silenzio, io mi tacerei mortificato al rimprovero che da Lei mi viene
in discolpa di aver sempre risposto ad ogni mia lettera. Io sono tardo
a scriverle è vero, ma questa tardità è da attribuirsi solo alla povertà
del mio ingegno, che non sa suggerirmi di che trattenerla con piacere,
frastornandola dalle geniali Sue occupazioni, al cuore non mai che è
sempre al Suo, e il sarà eternamente, unito. Ella però che potrebbe
tanto rallegrare il mio spirito parlandomi di Lei, e delle cose Sue prefe-
risce di lasciarmene ignaro anche quando risponde per cortesia alle mie
lettere. Se ciò non fosse non mi riescirebbe nuovo ciò che ne’ dì pas-
sati mi scrive di alcuni Suoi dialoghi morali il mio Amico Cardinali'