Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1296

Da Wikisource.

sappiamo soltanto che presto ne giungerà da Parigi stampata la Trage- dia sulla caduta o sull’assedio di Missolunghi improvvisata dallo Sgricci - Le Memorie di Goethe nella Antologia mi hanno piaciuto assai;2 ma non avrei mai voluto che Goethe andasse al servizio del Duca di Weimar. Quanto lo degrada quel Diploma rilasciatogli da questo Duca, nel quale il libero Poeta vien lodato come fedelissimo e devotissimo Servitore! - Nelle poche ore d’ozio vado leggendo le opere di Byron per la prima volta, meno il Corsaro e alcuni canti del Child-Arold che aveva già letti. Se fossimo a quattr’occhi ti direi l’immensa folla di pensieri che mi desta questa lettura! - Ma è ora di chiudere. Che dici di questa Primavera invernale? Tu che hai nimicissimo il freddo ne soffrirai non poco. Addio. Il tuo Puccinotti Macerata 29 Maggio 1826

927. A Carlo Leopardi.
Bologna 30 Maggio 1826.

Cariuccio mio. Paolina mi dice che tu hai delle critiche da fare ai miei Manifesti del Cicerone. Perchè non me le scrivi? Ti lagni ch’io non ti abbia mandati i versi fatti per l’Accade- mia. Sappi che li avevo messi già nell’involto; poi li cavai, per- chè non avrei voluto che capitassero in altre mani che tue e di Paolina, del che non potevo esser sicuro. Ti mando per la posta le mie cose stampate nell’Antologia. Ma non voglio che sieno vedute se non da Paolina e da te. Leggendole, capirai la ragio- ne. Scrivimi dunque un nome immaginario, sotto il quale io le possa diriger costà. Fammi il piacere di dare a Babbo l’acclusa cartina, e di dire a Mamma che Angelina mi fece sapere che D. Rodriguez era da qualche tempo allettato, e mostrava di voler campar poco. Ieri poi mi mandò a dire che era peggiorato assai, e che in camera sua non entrava più nessuno. Se saprò altro di nuovo, lo scriverò subito. Che fai, Cariuccio mio caro? Come mi ami? Parlai tanto di te con Gaetano Melchiorri, che ti vuol proprio bene, e ti com-