Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1319

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ultimi momenti che avete passato fra noi, vi dirò che Rughini è morto da qualche tempo - Per carità, Giacomuccio mio, guardati bene la notte; tu mi fai spiritare con quello che mi dici degli ammazzamenti, degli assassini - se tu fossi mai assalito, anche con la perdita del solo denaro, la sarebbe una cosa che potrebbe rovinar te, e far morir noi eli dolore quando lo sapessimo - Mi domandi notizie particolari di noi: fa pur conto di saperle, quando ti dirò che stiamo tutti ad un modo; meglio nò certo, forse peggio di quando ci lasciasti - Mamma, che ti saluta tanto, tanto, ti ringrazia delle nuove che gli dai di Rodriguez, e ti esorta a non stancarti di dargliene quando ne averai. A suo nome ed a mio ci saluterai Angelina, la quale andiamo discorrendo fra noi, che abbia ripreso presso di te gli uffizi che ti prestava essendo pic- colo. Sentiremo poi da te se ci siamo ingannati - Melchiorri (Girol.) fa sposo il figlio, lunedì con una Anconetana, dopo averlo veduto ripu- diato dalla pma sposa, la Becchelloni - Non ti scordare di salutare Giordani quanto più puoi a mio nome - Quanti discorsi, quante belle cose mi dirai quando sarai a Recanati! Ma quanto ancora ti annojerai, quanto soffrirai! Addio, Mucciaccio mio. Luigi e Pietruccio ti man- dano tanti baci.

946. A Carlo Pepoli.
[s.d., ma Bologna, giugno 1826]

Caro Amico. Fu errore il mio quando ti dissi ch’io aveva letto della Rivista enciclopedica1 il Maggio. Ho letto solamente fino all’Aprile, e se tu favorirai di farmi avere il Maggio, mi farai gran piacere, e mi solleverai dalla noia, che mi divora fino alle ossa. Addio: voglimi bene. Il tuo Leopardi.

947. Di Antonio Fortunato Stella.
Milano i.° luglio 1826

Amico amatiss.mo Ho ricevuto ieri le prove di stampa del Petrarca, ed anche il ms. della seconda parte. Ne sono contento; ma ancor più perchè in questo