Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1320

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punto ricevo buone notizie rispetto al ms. delle Operette morali. Per oggi non posso dirle di più, e l’abbraccio di tutto cuore Il suo vecchio cord."10 amico Stella

948. A Monaldo Leopardi.
Bologna 3 Luglio 1826.

Carissimo Sig. Padre La sua Lettera mi ha cagionata una vera gioia, come sempre me ne cagionerà il trattenermi con Lei, e come mi aveva dato e mi darà sempre pena il suo lungo silenzio, se non in quanto 10 penserò che questo possa nascere da sue occupazioni più rile- vanti e che serva a risparmiarle fastidio. Certamente, se a Dio piace, io non passerò mai più l’inverno in climi più freddi del mio nativo. Io conto, se la salute non me lo impedisse insupe- rabilmente, di essere in ogni modo costì pel primo entrar del- l’autunno, e quanto al trattenermi, Ella disporrà di ciò a suo piacere. Intanto Ella non si dia pensiero alcuno circa la mia sicu- rezza. La frequenza degli omicidii in questi ultimi giorni è stata qui veramente orribile; ma io ho preso il partito di non andar mai di notte se non per le strade e i luoghi più frequentati di Bologna, sicché fintanto che non assassineranno in mezzo alla gente (nel qual caso il pericolo sarebbe altrettanto di giorno, come di notte), non mi potrà succedere sicuramente nulla. Ho anche il vantaggio di abitare nel centro della città, e in faccia a un corpo di guardia, in modo che per tornare a casa non sono obbligato a traversar luoghi pericolosi. Non ho posto il nome di Recanati in fronte al Petrarca non certamente perchè io mi vergogni della mia patria, ma perchè 11 metterlo avanti a ogni cosa mia, mi sarebbe sembrata un’af- fettazione, ed Ella vede che nessuno scrittore ai nostri tempi lo fa, o illustre o non illustre che sia la sua patria. Stampandosi le mie operette in un corpo, non parrà affettazione il nominar la patria, ed io lo farò senza fallo. Il Petrarca è sembrato allo