Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1344

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che Babbo a quest’ora avrà ricevuta la mia dei 9. Mostragli la presente, e scusami tanto tanto con lui del mio silenzio passato, che è proceduto da continui imbarazzi, e dall’aspettar riscon- tro da voi altri. Son tornato qua il 13, e grazie a Dio, sto bene. Crederai tu che la lettera di Mercuri che tu mi mandi,2 è la primissima nuova ch’io ho della mia nomina? Un pezzo fa, mi fu proposto p[er] parte del Seg. di Stato il posto di Vicerettore dell’Università di Roma, coll’obbligo di supplire a tre Cattedre in caso d’impedimento degli attuali Professori (uno dei quali è malato abitualmente); e poi di vestir da prete.’ Risposi rin- graziando tanto, e rifiutando. Ora aspetterò da Roma qualche schiarimento sopra questo nuovo posto, e scriverò a Babbo tutto quello che ne saprò. Che maraviglia che i francesi parlino di me a Sinigaglia? Non sai tu ch’io sono un grand’uomo; che in Romagna sono andato come in trionfo; che donne e uomini face- vano a gara per vedermi? Fuor di burla, io spasimo di trovarmi di nuovo fra voi altri, e non aspetto altro che la fine del caldo per mettermi in viaggio. Nell’andare e tornare da Ravenna (distante di qua come Pesaro da Recanati) ho sofferto tanto dal caldo (benché, grazie a Dio, non mi abbia fatto male) che non ardirei più di muovermi prima del fresco. Per amor di Dio, scri- vimi subito, che Carlo e Luigi sono tornati da Sinigaglia sani e salvi.4 Salutameli tanto, e bacia la mano teneramente per me a Babbo e a Mamma. Farò la tua parte con Angelina. Addio addio.

972. Di Antonio Cavalli.
Ravenna r8 Agosto 1826

Carissimo Leopardi La tua lettera mi è venuta graditissima, perchè stava in pena fin- ché non sapeva come ti fosse stato felice il viaggio. Godo dunque che tu sia sano. Ma tutti que’ complimenti a che? Nella mia casa non hai