che Babbo a quest’ora avrà ricevuta la mia dei 9. Mostragli la
presente, e scusami tanto tanto con lui del mio silenzio passato,
che è proceduto da continui imbarazzi, e dall’aspettar riscon-
tro da voi altri. Son tornato qua il 13, e grazie a Dio, sto bene.
Crederai tu che la lettera di Mercuri che tu mi mandi,2 è la
primissima nuova ch’io ho della mia nomina? Un pezzo fa, mi
fu proposto p[er] parte del Seg. di Stato il posto di Vicerettore
dell’Università di Roma, coll’obbligo di supplire a tre Cattedre
in caso d’impedimento degli attuali Professori (uno dei quali
è malato abitualmente); e poi di vestir da prete.’ Risposi rin-
graziando tanto, e rifiutando. Ora aspetterò da Roma qualche
schiarimento sopra questo nuovo posto, e scriverò a Babbo tutto
quello che ne saprò. Che maraviglia che i francesi parlino di
me a Sinigaglia? Non sai tu ch’io sono un grand’uomo; che in
Romagna sono andato come in trionfo; che donne e uomini face-
vano a gara per vedermi? Fuor di burla, io spasimo di trovarmi
di nuovo fra voi altri, e non aspetto altro che la fine del caldo
per mettermi in viaggio. Nell’andare e tornare da Ravenna
(distante di qua come Pesaro da Recanati) ho sofferto tanto dal
caldo (benché, grazie a Dio, non mi abbia fatto male) che non
ardirei più di muovermi prima del fresco. Per amor di Dio, scri-
vimi subito, che Carlo e Luigi sono tornati da Sinigaglia sani
e salvi.4 Salutameli tanto, e bacia la mano teneramente per me
a Babbo e a Mamma. Farò la tua parte con Angelina. Addio
addio.
Carissimo Leopardi
La tua lettera mi è venuta graditissima, perchè stava in pena fin-
ché non sapeva come ti fosse stato felice il viaggio. Godo dunque che
tu sia sano. Ma tutti que’ complimenti a che? Nella mia casa non hai