trovato che del buon core. Il giorno dopo che tu partisti ho avuto un
altro forastiere raccomandatomi da Pepoli. E certo Carlo Witte Pro-
fessore in Breslau.1 Anche questo è partito.
Dimmi un poco: avresti modo di impegnarti, affinchè qualche Stam-
pator Bolognese assumesse sopra se di stampare due vite di Girola-
mo Rossi, e di Giuseppe Mazzotti, che sono state scritte qui da un
amico mio, e che mi paiono belle? L’Autore si contenta di averne una
ventina di copie. Scrivimi di questo. Sta sano, e ricevi i saluti di tutti
i miei. Addio.
Il tuo
Ant.° Cavalli
I Io detto a questo Mastro di posta che ti mandi costà le tue lettere.
973. |
Di Antonio Papadopoli. |
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[di Napoli adì 18 di Agosto 1826.] |
Mio carissimo.
Se non ti scrivo spesso la cagione è perchè sono pigro oltremodo
in questa pratica dello scrivere, e perchè temo non darti fastidio,
sapendo quanto tu sia del continuo occupato negli studi - Ora poi ho
voluto scriverti per dirti che io mi truovo assai bene, e che l’aria di
Castellammare mi ha rinnovellato, dimanierachè ho speranza di ria-
vermi al tutto, e di ritornare a te sano - Ti confesso che ciò mi con-
sola in guisa che io ne pregusto il sapore di quel dolce che spero. Quanto
ai miei studi non accade dire, che io nato a non bastare a nulla ho
conosciuto la insufficienza del mio ingegno, e mi sono dato abbando-
natamente all’ozio: parlo quanto a scrivere, che la pratica del leggere
non saprei dismettere per quanto mel consigliasse la pigrizia - Io
sono desideroso di vedere i tuoi Moralisti, e il Petrarca, ma ben mi
avveggo chc cmmi forza differire questo piacere, dappoiché a questa
Napoli estrema, appena giugne la notizia del rimanente di quest’umile
Italia - Mi è poi carissimo intendere dalla Contessa che tu sia in
buono stato di salute, come duoimi sentire da te che tu abbia in animo
di andare a Roma a passarvi l’inverno. Se i tuoi studi là ti chiamano,
certo non è da indugiare l’andata, ma bada bene che tu non abbia a