Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/1346

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pentirti, che certo mi pare che a Bologna tu vivessi bene; in somma tu sei troppo savio per non bisognare dei miei amorosi consigli - Scrivimi e mi darai una soavissima consolazione, perche [sic] t’amo del maggiore amore del mondo, e non è chi prevalga a me nel rive- rirti. Attendi a star sano e sovvienti il più che puoi del tuo Amicissimo Papadopoli di Napoli adì 18 di Agosto 1826.

974. Di Nicola Gommi Flamini.
[Imola 20. Agosto 1826.]

Pregiatissimo Sig.' Conte La somma gentilezza di Lei poteva sola dettare le gentilissime cose ch’Ella mi scrive. Chè per verità nessun dovere rimaneva ad adem- piersi a Lei, che pur volle con sì gentili parole corrispondere alla meschina ospitalità che ci fu cotanto caro di prestarle. E lo Zio Gia- como ed io speravamo ch’Ella ci avrebbe novellamente favorito nel suo ritorno a Bologna; ed ora assai ci duole che la bella occasione ne sia fuggita. Io non so s’Ella avrà mai quella di ripassare per la città nostra; ma in tal caso mi terrei fortunatissimo che Le piacesse di rin- novarmi un onore, pel quale mi chiamerò sempre obbligato al comune amico Cavalli, ed alla cugina mia, la Signora Clementina degli Antonj. E come non ho parole che vagliano a farle conoscer quanto grande ne sia stata la mia compiacenza, ho scelto per interprete dell’animo mio questa medesima, a cui la debbo principalmente. Da lei avrà Ella ricevuto questo mio foglio, e da lei pure Le verranno dette per me le tante cose che io non potrei, senza dilungarmi soverchio. Non altro quindi aggiungerò, se non che il pregarla a volermi tenere nelle sue grazie, ed a porgermi occasione di servirla in ciò che valessi; nel men- tre che presentandole i rispetti dello Zio e del cognato, colla maggiore stima ed osservanza mi rassegno Di Lei, Pregiatissimo Sig.1' Conte Umilmo e Devino Servitore Nicola Gommi Flaminj Imola 20. Agosto 1826.