Pregola dei miei ossequi al veneratiss.0 Sig. Conte Genitore, ed ai
Sig. Contini Fratelli, ed Ella mi abbia sempre quale mi pregio esserle
Devotiss.0 obb.° Servitore vero
Ant.° Fort." Stella
P. S. Qui appresso le rassegno la fattura N.° n che si è ommesso
di darle nella precedente.
O quante volte, carissimo e desideratissimo Sig.' Giordani
mio, ho supplicato il cielo che mi facesse trovare un uomo di
cuore d’ingegno e di dottrina straordinario il quale trovato
potessi pregare che si degnasse di concedermi l’amicizia sua.
E in verità credeva che non sarei stato esaudito perchè queste
tre cose tanto rare a trovarsi ciascuna da se appena stimava pos-
sibile che fossero tutte insieme. O sia benedetto Iddio (e con
pieno spargimento di cuore lo dico) che mi ha conceduto quello
che domandava, e fatto conoscere l’error mio. E però sia stretta,
la prego, fin da ora tra noi interissima confidenza, rispettosa
per altro in me come si conviene a minore, e liberissima in Lei.
Ella mi raccomanda la temperanza nello studio con tanto calore
e come cosa che le prema tanto che io vorrei poterle mostrare
il cuor mio perchè vedesse gli affetti che v’ha destati la lettura
delle sue parole, i quali se ’l cuore non muta forma e materia,
non periranno mai, certo non mai. E per rispondere come posso
a tanta amorevolezza, dirolle che veramente la mia complessione
non è debole ma debolissima, e non istarò a negarle che ella
si sia un po’ risentita delle fatiche che le ho fatto portare per
sei anni. Ora però le ho moderate assaissimo; non istudio più
di sei ore il giorno, spessissimo meno, non iscrivo quasi niente,
fo la mia lettura regolata dei Classici delle tre lingue in volumi
di piccola forma, che si portano in mano agevolmente, sì che