Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/250

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77. Di Camillo Antici.
Viterbo 13. Luglio 1817.

Nipote Carmo. La vostra Traduzione del secondo Libro dell’Eneide di Virgilio, che 10 mi sono ascritto a gloria di far circolare nelle mani dei più Colti ed Eru- diti Uomini di questa Città, vi ha procurato il qui annesso Diploma.1 Spero, che, quantunque siate superiore a qualunque onore mondano, 11 gradirete unitamente alle proteste d’affetto di chi sinceramente dicesi P. S. Mille saluti ai Genitori, e Germani. Affino Zio Camillo Antici.

78. A Pietro Giordani.
Recanati 14 Luglio [1817]

Vi ringrazio del bando dato alla Signoria. Carissimo Gior- dani, tenerissimamente vi amo. Sapeva la vostra andata a Pia- cenza, e sapete da che? dalla gazzetta dove sempre do un’oc- chiata alle Partenze p[er] voi. Nondimeno avea creduto più sicuro di spedirvi a Milano il mio parere sul Dionigi, come ho fatto in una lunga lettera1 insieme colla nota degli associati al Bei- cari, agli 11 di questo, pochi momenti prima di ricevere la vostra dei 3. Mando questa pel primo ordinario, ma dubito ch’ella vi trovi a Piacenza, perchè la vostra, come vedete, m’è giunta tardi. Avrei bramato che leggeste subito l’altra mia, ma vedo che subito non l’avrete. Non ho ricevuto il panegirico, ma non ve ne mara- vigliate, perchè qui a ricevere un libro da Milano fuori di posta, dopo ch’è spedito, bisognano spessissimo due o tre quaresime di preparazione non mai meno di una. Dunque bisognerà aspet- tare un’anno [sz'c] prima di vedervi. Caro Giordani, se io fossi mio, le catene e le inferriate non mi terrebbero che non volassi a voi. Ma io sono come la montagna di Maometto, che tutto