Carissimo Cugino
Avendo avuta occasione di pubblicare un’inno \sic] a Net-
tuno, e ricordandomi di quello che voi scriveste sulla med."
divinità p[er] le nozze Perticari e Monti, ho voluto mandarvi
una copia del mio opuscolo, non già perchè lo paragonaste col
vro, ma perchè aveste il diletto di vedervi vincitore senza com-
battere. La copia che vi mando è della seconda ediz.c molto
più corretta della prima, che è stata fatta l’Aprile passato. Come
vedete, la cosa non è di q." giorni, ed io già ci vedo mille
difetti; sì che a voi che p[er] l’amicizia me li perdonerete, volen-
tieri la mando in segno di confidenza, ma non vorrei che la
mostraste alle persone di buon giudizio. Più tosto avrò ben caro
che me ne diciate sincerami e anche severam.' il vro parere.
Siate certissimo che mi farete sommo favore dicendomene t.°
il male che meriterà. Salutate, vi prego, e riverite da mia parte
il conte Perticari. Ho veduto in q." giorni l’annunzio d.,a stam-
pa e l’indice del suo trattato sulla lingua del trecento.1 Certo
è opera importantis.* e quasi necessaria ai nfi tempi, e dove
bisogna veramente esser profondo e ingegnosissimo, di gran let-
tura, e d’infinito giudizio. Salutatelo cordialm.', ma non gli
mostrate il mio opuscolo, che non è da lui, nè anche è da voi,
se non p[er] le ragioni che vi ho dette. Scrivo senza cerimonie, da
parente e da amico, perchè m’avete mostrato che così vi piace. E
a me pure sarà gratis.0 di avere spesso occasione di mostrarmi.
Vro Affmo Cugino e Amico Giacomo Leopardi |