Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/274

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96. A Francesco Cassi.
Recanati 17 8bre 1817

Carissimo Cugino Avendo avuta occasione di pubblicare un’inno \sic] a Net- tuno, e ricordandomi di quello che voi scriveste sulla med." divinità p[er] le nozze Perticari e Monti, ho voluto mandarvi una copia del mio opuscolo, non già perchè lo paragonaste col vro, ma perchè aveste il diletto di vedervi vincitore senza com- battere. La copia che vi mando è della seconda ediz.c molto più corretta della prima, che è stata fatta l’Aprile passato. Come vedete, la cosa non è di q." giorni, ed io già ci vedo mille difetti; sì che a voi che p[er] l’amicizia me li perdonerete, volen- tieri la mando in segno di confidenza, ma non vorrei che la mostraste alle persone di buon giudizio. Più tosto avrò ben caro che me ne diciate sincerami e anche severam.' il vro parere. Siate certissimo che mi farete sommo favore dicendomene t.° il male che meriterà. Salutate, vi prego, e riverite da mia parte il conte Perticari. Ho veduto in q." giorni l’annunzio d.,a stam- pa e l’indice del suo trattato sulla lingua del trecento.1 Certo è opera importantis.* e quasi necessaria ai nfi tempi, e dove bisogna veramente esser profondo e ingegnosissimo, di gran let- tura, e d’infinito giudizio. Salutatelo cordialm.', ma non gli mostrate il mio opuscolo, che non è da lui, nè anche è da voi, se non p[er] le ragioni che vi ho dette. Scrivo senza cerimonie, da parente e da amico, perchè m’avete mostrato che così vi piace. E a me pure sarà gratis.0 di avere spesso occasione di mostrarmi.

Vro Affmo Cugino e Amico
Giacomo Leopardi