Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/302

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Sappiate che per mezzo dell’aureo Mai ho potuta redimere dalle sozze mani Acerbiane la vostra preziosa lettera Dionisiana. Ora se volete che la stampi lo Spettatore, fatene due righe allo Stella, e acchiu- detele a me, che gliele darò col manoscritto. Non è fanciullesca domanda delle mie letture; bensì riderete al sentir tale farraggine. Ho letto il Giove Olimpico di Quatremere e la Icono- grafia greca del Visconti; e con sommo piacere. Ora mi annoio cogli Scrittori d’Alessandro Magno del Sainte-Croix. Ma diletterommi leg- gendo il Museo Capitolino, e il Vaticano, e i Vasi Amiltoniani di Dan- cherviUe [sic], e i Monumenti d’Egitto; poi le lettere di Bailly sull’A- tlantica, l’Anarchia d: Polonia di Rulchiere, la guerra dei trent’anni di Schiller, il Teatro di Shakespear [sic]. Oh vedete che folla: ma nella testa poi ogni cosa va al suo posto. Non imitatemi però: perchè io penso solo ad ingannare il tempo e la malinconia; voi dovete nutrirvi a grandi e splendidi lavori. Addio carissimo Giacomino: avvisatemi dell’arrivo di Senofonte: riveritemi il papà, e vogliatemi bene. Io vi abbraccio di cuore, e vi raccomando la salute.

114. A Pietro Giordani.
Recanati 16 gennaio 1818.

Mio carissimo. Debbo risposta alle due vostre dei 31 Xbre e dei 7 di questo. Oh non crediate ch’io mi sia voluto impanta- nare in quel pelagaccio dei Critici del Tasso. Fate conto che ogni mezzo tomo non m’abbia rubato più di una o due sere, e che io non ci abbia cercato altro che lingua e poi lingua. Mi vergogno assai d’aver giudicato così alla sfuggita i discorsi del Beni una delle peggiori cose di quel criticume. Vedete con che giudizio leggeva, o meglio, quanto è il giudizio mio. Tra la Biblio- teca e lo Spettatore che m’è parso sempre un mucchio di letame, io avea creduto meglio quella, se non altro perchè lo Spettatore non ha paura di patire il freddo dell’alpi, e della Biblioteca qual- che copia ne scappa pure come Dio vuole fuori d’Italia. M’im- maginava poi che chi avesse letta la mia dissertazioncella, p[er] giudicarne, non avrebbe mica fatto il processo della vita del-