Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/318

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126. Di Pietro Giordani.
Milano 22. Aprile [18x8]

Mio Caro Giacomino. Oh è pur venuta adagio la vostra dei 3., arri- vata solamente la sera dei 17. Dovrebb’esservi giunta un’altra mia che vi avvisava il mio presto partire da Milano per Piacenza, e quindi il muovermi verso Venezia: dopo che vedrò pure il mio tanto deside- rato Giacomino. Che se in questo intervallo vi occorre di scrivermi, mandate sempre per più sicurezza di non ismarrirmi al quartier gene- rale di Piacenza. L’autore di quell’articolo frontoniano è l’Abate Peyron di Torino, ed ivi (credo professore e bibliotecario) che ha riputazione di princi- pale grecista, e di molto dotto; e sa anche alcune lingue orientali. Pec- cadigli di greco parve anche a me di vederne; ma di grossi non me ne accorsi: ben mi parve trovarne di badiali in latino. Ma così è, mio caro Giacomino. Fu vero anche assai prima che lo dicesse Giusto Lip- sio, e sarà vero sempre, che Alii habent, alii merentur famam. Vedete dunque sino a qual segno se ne dee far conto. Grandissimo conto e cura dovete far voi della salute; e non cesserò mai di raccomandar- vela. Avete avuto l’opera di Monti sulla lingua, della quale è uscito l’altro dì anche il secondo tomo?1 Riveritemi il Signor Padre e il fra- tello. Io ho pure una grande consolazione pensando che in luglio vi vedrò, e ci parleremo assai. Addio carissimo ed ottimo e desideratis- simo giacomino. Addio addio.

127. A Pietro Giordani.
Recanati 24 Aprile 1818

Mio Carissimo. Vi scrivo, come mi dite, a Piacenza p[er] darvi il buon viaggio, e ringraziarvi del pensiero che avete di racco- gliere le mie povere coserelle giovanili,1 a cui darò un’occhiata, e metterò da parte quelle che crederò che si possano ristam- pare, cioè meno della metà, come penso che giudicherete anche voi, aggiuntaci però se vorrete qualche bagatella inedita. Ma