Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/328

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a tutto il resto nel primo tomo, ch’Ella forse avrà già pubbli- cato o starà per pubblicare; ne io potrei metter mano a questa traduzione prima dell’anno venturo. A ogni modo s’Ella cre- derà di poterne far uso, e parimente se in questo mezzo ch’Ella farà stampare la sua Collana, m’accaderà di scrivere qualche cosa che venga in acconcio, sarò molto contento di metterla in suo potere. In oltre s’ella vorrà specificarmi quello che l’è stato rife- rito in proposito mio, come può fare liberissimamente, forse potrò risponderle più preciso. E intanto desiderando occasioni di certificarla da vantaggio della mia piena e sincera stima, ho il bene d’affermarmi.

Suo Devino Obblmo
Serv.rc
Giacomo Leopardi

Recanati 27. Luglio 1818.

137. A Pietro Giordani.
Recanati 31 Luglio 1818.

Mio Carissimo. Ricevuta la vostra dei 16. del passato, dieci o dodici giorni dopo, non vi scrissi nè a Vicenza perchè mi dice- vate che sareste stato a Bologna ai primi di questo, nè a Bolo- gna perchè in mezzo al viaggio non avea cuore di molestarvi con una mia. Ora provocato da voi, mando questa ad aspettarvi costì; nè ho cosa alcuna da scrivervi, ma vi scrivo questo stesso, e quello che già sapete, ma bisogna nè più nè meno ch’io vi ripeta come se non sapeste, che v’amo e v’aspetto. Quis desiderio sit pudor aut modus tam cari capitis?1 Se non potete con vostro agio, non mi rispondete per lettera, e fate di rispondermi pre- sto a voce. Se potete, avrò caro di sapere quando sarete vicino, che mi conviene aspettarvi fra poco e uscire di me stesso. Addio addio.