Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/332

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142. A Pietro Giordani.
Recanati 21 Agosto 1818.

Questa è la terza che vi scrivo costà; la prima raccomandata al Sig. Avv.° Brighenti in risposta alla vostra ultima di Vicen- za, la seconda in risposta all’altra dei 6, questa dietro all’ultima dei 15, alla quale rispondo prima ch’io posso come ho fatto alle due precedenti. Che vi lagniate di me, credendo ch’io non v’ab- bia scritto, non mi duole, anzi mi piace. Ma mi dispiacerebbe da vero che questa non vi arrivasse, e temendo forte che non succeda, la mando alla posta di Loreto, perchè intendo che questo sia il più sicuro. Per amor di Dio, che minacce son quelle che mi fate nell’ultima vostra? Che vi lagniate di me innocente, come ho detto, non mi dispiace, ma queste minacce mi spaventano. Se il disagio che vi dee costare a far la via della Marca più tosto che di Toscana, è grave, non fate più caso del dolor mio, che dell’incomodo vostro; s’è leggero, non v’amo tanto poco ch’io non vi preghi e scongiuri a sostenerlo perch’io non sia privo di questa infinita consolazione di vedervi. Potrei lamentarmi di voi che abbiate voluto accorarmi e atterrirmi p[er] un sospetto che non vi doveva p[er] nessunissima guisa entrare in mente, quando prima non aveste saputo ch’io fossi impazzito. Potrei ricordarvi le promesse vostre tali e tante, che non le potete man- dare a male p[er] qualsivoglia motivo, senza bruttare la vostra fede. Ma quelle cose ch’io potrei dire le lascio pensare a voi. Comunque procederete, non potrete fare ch’io non v’ami, e sem- pre, e ardentemente. Passato Agosto, quando io non v’abbia veduto, aspettatevi una mia lettera a Roma. Addio, addio.