Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/360

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Quanto all’affare di Carlino, non vedo che potergli opporre: troppo vere e forti mi paiono le sue ragioni. Mettersi al collo, di 20. anni, un laccio eterno, indissolubile, non è da savio certamente; peggio poi un laccio non voluto, abborrito.1 Ma Carlino, non potrebbe ottenere di andare a Roma a studiar leggi? Che pur sarebbe un partito da non dover dispiacere ai genitori? Oh non potete credere quanto mi affliggono e macerano le pene di due giovani così buoni e rari! Ma poiché avete un eccellente ingegno, fatevi coraggio a tolerare: a buon conto niuna contraddizione di fortuna può farvi diventare idioti. Se la cosa fosse possibile dalla parte della famiglia, io crederei poter ottenere a Car- lino (se lo volesse) impiego militare a Torino, paese e corte seria, e divota, da non dover dispiacere ai vostri; e nondimeno via assai buona per conoscere un po’ il mondo, e promuoversi a qualche fortuna. Poiché siamo sul parlarci intimamente; ditemi: vogliono maritar la sorella? certamente non ripugneranno a maritarla anche lontano: poiché in paese, o d’appresso non ci è molta speranza. Sarebbero rigo- rosi in punto di nobiltà molto, o poco? che dote darebbero? Io dico questo, senza alcun fine certo al presente: ma per esser apparecchiato, se mai qualche occasione nascesse, che io potessi pur di qualche cosa servirvi. Oh andate a dire che questa lettera sia corta! dite ch’ella è greve, goffa, straccurata. Ma sappiate ch’io n’ho trovato qui tal fascio, tor nando; e poi tanto cumulo di brighe, che sono stracco e confuso: sic- ché perdonatemi, e guardate solamente al cuore, che è tutto per voi. Ricordatemi divoto servo al papà e alla mamma (non ve ne dimenti- cate; vel raccomando) baciate per me il piccolo fratellino: ripetete alla sorella i miei cordiali ringraziamenti: e voi amatissimi Giacomino e Carlino accettate dal vostro affettuosissimo e immutabile amico mille baci. Addio addio dolcissime anime: addio addio. Fatemi certo che questa povera lettera non sia stata rapita dal cacodemone; ma giunta alle mani de’ miei dilettissimi: addio. P.S. Mi viene in mente di scrivere a Mai, ch’egli scriva a Roma per voi, Giacomino: parendomi certo che l’autorità di tanto uomo, se anco non potesse ottenervi nulla per ora, debba certamente met- tervi colà in gran pregio; il che potrebbe pur qualche volta giovare.