Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/410

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mini scritta dal Nardi, e 35 per le Avventure di Saffo del Verri, che la prego ad unire alla Storia sopraddetta del Porzio.

Suo Dmo Obblmo Servitore
Giacomo Leopardi
205. A Pietro Giordani.
Recanati 26 marzo 1819

Mio dilettissimo. State saldo in attribuir la colpa di tutto alle poste esecrande e sputacchievoli, per dirlo alla Demoste- nica.1 E se avete dubitato alquanto di me, benché non mostrate di farlo, vi serva d’esempio p[er] assicurarvi, non ostante che che si voglia, ch’io sarò sempre verso voi quel più diligente e premuroso che si può essere al mondo, e nel repli- care alle vostre lettere, puntuale quanto indubitatamente nes- sun altro. E quando io non potessi p[er] malattia, Carlo sen- z’altro farebbe pfer] me, come voi dite. Vi scrissi il 19 del passato rispondendo alle care vostre dei 3 e dei 5. Non vedendo replica, il 15 di questo riscrissi pfer] ringraziarvi del vostro amabilis- simo Discorso, del quale scrissi pure al Brighenti. L’istesso giorno m’arrivò la vostra dei 7, e risposi a lunghissimo il 19, e arriva- tami l’altra dei 13, rispondo presentemente. Ora di queste quat- tro lettere la prima so ch’è perduta, ma delle tre altre non credo che il Diavolo possa fare che nessuna v’arrivi. Intanto, o mio caro, non temete pfer] le vostre, giacché neppur una mercè di Dio se n’è smarrita finora. E ubbidendo all’amorosissima dei 7 ho già scritto a cotesti Conti Pallastrelli e Calciati, e al Conte Roverella a Cesena, e mandato le Canzoni. Ultimamente mi risponde lo Schiassi avendo ricevuto la lettera e i versi. Dalla risposta dell’Angelelli vedo che anche Io Stracchi dovrebbe aver- gli avuti, e il non rispondermi dopo un mese e mezzo, l’attri- buisco a mio demerito:2 dico demerito assolutamente, non già rispetto a lui, perch’io non penso ch’altri possa scrivergli più riverentemente e umilmente ch’io non feci. Lo stesso dirò del