Stimatissimo Signore
Non essendosi data altra occasione, mando con quest’ordi-
nario a V. S. gli scudi 5,19 di mio debito per l’Eusebio del Mai,
secondo che mi accenna la sua gentilissima dei 17. del passato.
Aggiungo paoli 7 per li quali avrei caro che V. S. si compiacesse
di farmi avere la Congiura de’ Baroni di Napoli di Camillo Por-
zio.1 Mi scrive il nostro Giordani che s’io manderò a V.S.
qualche numero di copie d’alcuni miei versi pubblicati recente-
mente, Ella mi farà il favore di proccurarne la diffusione. Trovan-
dosi le copie a Roma, ho scritto colà2 perchè le ne spediscano
sollecitamente cinquanta. Quando V. S. mi voglia favorire, Ella
può esser certa ch’io le ne avrò infinita e vivissima obbligazione.
Il poco danaro che se ne potesse ritrarre, non accade ch’Ella
si dia pensiero di spedirlo qua, ma si compiaccia di ritenerlo
per le spese che occorreranno, e in caso che n’avanzasse, per
libri ch’io la pregherei d’inviarmi, o per cose tali. Risposi alla
sua cortesissima dei 17 Febbraio, e quindi all’altra dei 3 cadente,
dandole notizia e ringraziandola d’aver ricevuto per suo mezzo
il Discorso del nostro amicissimo Giordani. Ma dalla seconda
di Lei compresi ch’Ella non avea ricevuta la mia risposta alla
prima, e per maggior sicurezza mandai la mia seconda risposta
a Loreto. Essendo la posta che parte di questa provincia, la più
negligente forse dell’Italia, non so se le sia giunta veruna mia,
nè se questa le perverrà. Quando scampi al solito naufragio, la
prego ad accettar di nuovo i miei ringraziamenti, e considerarmi
sempre per quello ch’io sono con distintissima stima
P. S. Non avendo avuta risposta da Roma, non posso assicu-
rarla che le copie sieno spedite, bench’io raccomandassi la sol-
lecitudine. V. S. oltre quello ch’ho accennato di sopra, riceverà
parimente per la posta baj. 95, cioè 60 per la Vita del Giaco-