Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/408

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203. Di Francesco Cassi.
Pesaro 25. Marzo 1819.

Mio Cariss.0 Cugino Vi sono gratissimo per la dolce memoria che di me conservate, e pel prezioso dono che vi è piaciuto di farmi. Ho letto con vero pia- cere le due belle vostre canzoni: e ho dedotto da esse, che l’anima vostra è tutta accesa nella sacra fiamma della patria; e che voi già correte a gran passi dietro le santissime orme de’ nostri primi maestri. Per lo che io sento piena allegrezza; e vi conforto a non cessare da’ nobili studi de’ classici, pe’ quali soli è ancora grande questa terra Latina. E perchè non paia, che l’adulazione entri a parte delle giuste lodi che vi si denno, non vi nasconderò che sarebbe mio desiderio, che voi poneste mano alla lima, onde riforbire queste due poesie, col toglier loro alcuni pochissimi nèi, che a mio parere, mal si locano in mezzo a tant’oro; e vorrei sbandirne que’ poco dolci, e poco nobili vocaboli di procombere, di scalpro, di smozzicare, di evviva evviva, e di sollazzo Sarebbe pure mio avviso di donare a’ componimenti suddetti una qual- che maggiore varietà, da cui ne verrebbe assai più splendore al tutto; e quindi mi farei a togliere la frequenza delle interrogazioni, che ponno indurre nel lettore una sensazione troppo uguale, a danno dell’effetto che ne dovrebbe seguire. Ma voi dovete valutar per nulla questo mio parere; giacché io non potrò giammai dar sano giudizio intorno alle opere di coloro, vecchi o giovani ch’essi sieno, i quali hanno consecrato allo studio delle let- tere que’ giorni, che io ho speso in ozi e in deliri. Vi piaccia di ricordarmi alla mia buona e rispettabile Zia, e di baciarle per me la mano. Salutatemi i vostri Genitori, e tutti i vostri fratelli. Amatemi e credetemi sempre Il vostro Cassi