Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/516

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La prego a scusarmi dell’incomodo recatole, e ringraziandola caldamente della viva e non meritata premura che V. S. mi dime» stra, l’accerto della mia costante amorosa riconoscenza.

Suo Dmo Obblmo Sre ed Amico
Giacomo Leopardi
293. Di Ferdinanda Melchiorri.
Roma 8. Aprile 1820.

Caro Giacomo Sarà ora alla fine di terminare qfo lungo e disgustoso silenzio. Per- donatemi Giacomo mio, ma la premura di scrivervi un poco a lungo e sza brighe e con libertà mi ha distolta, conoscendo per altro che rare volte mi accade di avere qto tempo, lungo, libero, e tranquillo, mi pongo a scrivere e senza la menoma ricercatezza, giacche [w'c] di qta non sò usar mai allorché [sic] parlo con chi amo, ripeto mille volte gli stessi sentimenti che altre volte vi ho espressi, che mi siete cioè Carissimo, e che la vra felicità m’interessa all’estremo. Sento dalla vra ultima' che quasi vi parrebbero esagerati li miei sentimenti cordiali per voi, se non conosceste il mio cuore, mi è piacciuta qta espressione, ma mi è piacciuto ancora che conosciate nel cuor mio un fondo di sincerità, incapace di dettare alla penna ciò che Esso non sente. Sì caro Gia- como avete detto bene, io non potrei dire alcuna cosa obbligante se il cuor mio ripugnasse a tale espressione, non dico già che tal'ora non mi convenga adattare il mio stile allorché [sic] si tratta di quel parlar sociale che chiamasi complimento; lo debbo fare, e lo fò, ma con tanta parsimonia e dispiacere che vi assicuro, duro gran pena a non far cono- scere che mi secca. Allorché [sic] poi trattasi di far palese il cuor mio ad un cuor sensibile e ben fatto e del quale fò assolutamente stima, non duro alcuna fatica, e i miei sentimenti escono dal cuore, vanno alla penna, alla carta, come un vaso di acqua posto in pendenza versa ciò che contiene entro se stesso. Voi potrete rilevarlo senza stento giac- che [sic] sembrami possediate lo stesso dono di natura. Sono dque estre- mamente confusa vedendo di essere stata tanto tempo sza scrivervi, poiché so il ricever mie Lettere vi serve di sollievo, e pchè io non dovevo farlo se ho tanta premura per voi? Ma se ho mancato mi sono