Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/571

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me, che non so temere che mi voglia lasciar povero di qualunque pro- duzione del suo bellissimo ingegno; e una tal cosa dopo avermi tanto beneficato. Si ricordi, che io sono contento, che crescano gli obblighi miei colle poche persone che affettuosamente riverisco. Signor Conte, è vero, ho detto, che chi dirà di questi giorni non potrà encomiarci che nelle lettere e nelle scolture; e io avea l’occhio alle cose sue e di Canova; e sempre più ho ragione di confermarmi nella mia sentenza. Le lagnanze, che da Lei si fanno, che perduta sia qualunque speranza di potere immaginare novellamente, e che più non si sappia nè di affetto, nè di eloquenza, non troveranno maggiori obbiezioni che nelle stesse scritture sue. Mi rincresce il divieto fatto alla Canzone più che per altro per quelli che si compiacciono delle nostre lettere amene. Chi sa che le cose, che appartenevano a queste esclusivamente, abbiano ricevuta una interpretazione diversa di molto. Ma ad ogni modo la situazione del popolo si conosce dalle leggi, che lo comandano. Qui si vive quietissimamente. Ogni giorno passaggio di novella truppa. Non so se verrà essa a farsi vedere in cotesti paesi ancora. Con sincerissimo animo le prego salute perfetta e pace, onde possa Ella con vantaggio pure di molti deliziarsi di que’ vetusti divini a cui na- tura parlò senza svelarsi, e a’ quali Ella si fa d’appresso con tanto diritto. Mi confermo sempre allo stesso modo con grandissima estimazione ed ossequio

Suo Ossmo Affmo Servitore.
Leonardo Trissino
337. Di Ferdinanda Melchiorri.
Tivoli 30. 7mb?e 1820.

Caro Nepote. Veramente mi sono fatta pregare un poco per scrivervi, è vero, ma alla fine mi ci sono indotta. Il caldo l’occupazioni, la vista, sono tte scuse pur troppo vere, ma da non valutarsi tanto allorché [sic] il cuore è interessato. Caro Giacomo credetelo che vi scriverei ogni ordinario se non credessi di annojarvi, e se avessi a persuadervi della sensibilità del cuor mio per voi, quello potrebbe succedere, questo credo sarebbe inutile giacche [sic] voi dovete esserne persuaso. Comunque sia però io mi lamento di voi per due cose, la prima che nelle vre Lettere pare titubiate sulla mia affezione, vi date a credere di non meritarla, ed