Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/587

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tenermi onorato sommamente dell’amicizia di chi scrive e pensa come V.S. Quello ch’io le dico non è un vano complimento, ma parte dal profondo del mio animo onde io la prego a credermi pieno di stima c d’ammirazione

Suo Dev.mo S.° ed A.°
G.B.a Niccolini

Firenze 15 9bre 1820.

355. Di Giuseppe Grassi.
Torino 17 Novembre 1820.

Chiarissimo Signore Io mi vedo tanto gentilmente favorito dalla S.V. che non so come ricambiarla, non dirò dell’affetto nel quale son certo di pareggiarla, ma nelle dimostrazioni ch’ella me ne dà continue. L’assicurarla della mia riconoscenza è poco, l’augurarmi un’occasione per attestargliela sarebbe più, se l’occasione fosse probabile; tocca a lei ad aggiunger questo agli altri favori, e a darmi opportunità di sdebitarmi con V. S. Che le dirò della bella poesia che V. S. mi ha mandato? L’ho letta qui a pochi, ma buoni, e caldi e dotti italiani, e tutti ad una voce sono, come io, rimasti sorpresi dalla forza anzi dall’energia del pensiero: ora essa corre per le mani di molta gente, e ne ritrae quell’onore che le ì- dovuto. Come concittadino dell’AIlobrogo, io la ringrazio partico- larmente della lode che gli dà, e che torna sì bella su questa parte d’Ita- lia, che è luogo natio dell’Alfieri, avendo poi tutti una patria comune, che è l’Italia. Vedo bene, che la noia non ha nel suo cuore quel dominio mortale, che esercita sulle cose, poiché essa non le impedisce di mostrarne grave disdegno. Il nobile pensiero che dettava i suoi versi, è degno d’ogni alto animo, e come italiano ho l’orgoglio di parteciparvi. Questa unione ili pensiero, anzi di sentimento dee convincerla che io non potrò dimen- 1 icarmi di lei giammai, quando bene mi mancassero le occasioni di far- uela sicura. Non so se le poste d’Italia daranno facile via ad una cattiva disser- tazione accademica, che ho stampato alcun tempo fa, e che ardisco mandarle, acciò veda, che sempre fisso nell’idea di dare una lingua