militare all’Italia, ho dovuto ricorrere a quegli Italiani, che già ten-
nero il campo, e che or sono posti in dimenticanza. Ho perciò proccu-
rato una buona edizione di tutte l’opere militari del nostro Monte-
cuccoli, la quale uscirà fra un mese alla luce. La dissertazione che la
prego di accettare è relativa ad una parte di questa nuova edizione.1
L’accolga ella come cosa che le viene da un suo leale e sincero servi-
tore ed amico, chè tale io voglio pur essere, se ella mi vuol far l’onore
d’accettarmi: avrò per garante il comune amico Giordani.
Sono colla più alta stima
Suo Dev.o ed Obb. Ser. Grassi |
Rccanati 20 Novembre 1820. |
La tua de’ 5 mi consola alquanto perchè mi ti mostra un po’
meno travagliato. Brighenti m’aveva già scritto della tua nuova
stampa,1 e me l’aveva promessa. Quando potrai, desidero che
tu mi scriva più largamente, come in quest’ultima dici di voler
fare, perchè ogni volta che mi mancano le tue novelle, e il con-
forto e l’aiuto della tua conversazione, io rassomiglio a chi si
trova solo e senza stella in un mare infinito, ma ostinatamente
e affannosamente immobile, sicché neppur la tempesta inter-
rompa il silenzio e la noia. Vengo leggendo e scrivacchiando
stentatamente, e gli studi miei non cadono oramai sulle parole,
ma sulle cose. Nè mi pento di aver prima studiato di proposito
a parlare, e dopo a pensare, contro quello che gli altri fanno;
tanto che se adesso ho qualche cosa da dire, sappia come va det-
ta, e non l’abbia da mettere in serbo, aspettando ch’io abbia im-
parato a poterla significare. Oltre che la facoltà della parola aiuta
incredibilmente la facoltà del pensiero, e le spiana ed accorcia
la strada. Anzi mi sono avveduto per prova, che anche la notizia
di più lingue conferisce mirabilmente alla facilità, chiarezza e pre-
cisione del concepire. La poesia l’ho quasi dimenticata, perch’io
vedo ma non sento più nulla. Carlo e Paolina ti risalutano cara-
mente. Stammi bene, ed amami più che puoi. Addio.