Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/593

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Riceverà un esemplare della Tragedia del mio amico Fabbri, che mi dice esser stato in sua Casa accompagnando a Roma lo Zio Card.le Riganti, e che V. S. giuocava: spiacemi che non siensi conosciuti da vicino. Forse stupirà che siasi permessa in Forlì la stampa della lettera a me diretta, e alcun che nella Tragedia, che spero non Le increscerà, come non spiacque a Monti, a Costa, a Strocchi. Ella dovrebbe fare una corsa in Romagna: le farei conoscere di per- sona molti ottimi e valenti amici miei. Son con stima

Suo affmo Servid.rc ed amico.
Gian-Ant° Roverella

di Cesena a’ 29. di Novem.® 1820.

363. A Giuseppe Grassi.
Recanati 1 Dicembre 1820.

Ricevo coll’ultimo ordinario la sua carissima dei 17 del pas- sato, e avea già ricevuto col precedente il regalo di cui V. S. m’ha voluto onorare, dove risplende quella purità e gentilezza di lin- gua, dignità e gastigatezza di stile, nobiltà e gravità di materia che suole ornare e contrassegnare tutti i suoi scritti. Del suo valoroso e benefico assunto d’insegnare un’altra volta la lingua militare all’italia che l’ha disimparata, che altro posso io, se non confortarla caldissimamente a proseguire la sua magnanima impresa, che ha sì degnamente incominciata, anzi condotta in buoni termini, col suo dizionario?1 La noia, se bene mi lascia ancora tanta lena ch’io possa par- lare comunque sia, non è per questo che non mi opprima spa- ventosamente, e forse peggio che qualunque altro [...].2 Io spero che Vostra Signoria vorrà farmi coraggio colla sua bene- volenza e colle sue lettere. Anzi la prego istantemente a questo fine, perch’io non vedo che altro conforto mi debba restare, se mi manca il conforto dell’amicizia. L’amore di V. S. non sarà mal collocato quanto al fervore e alla costanza dell’affetto, e delle facoltà del cuore, ma pessimamente in ordine a qualun- que altra cosa, e massime alla fortuna. Ma Ella è degna di ricer- care e coltivare l’amicizia di un infelicissimo.