La dedicatoria, che io vi offerii, non era diretta ad alcuna vista
di mercede. Essa non dovrebb’essere che un attestato di riverenza che
10 dò a voi, come avrei in animo dalia a diversi altri degnissimi uomini,
fra quali all’Abate Molina, che vive qui (oh abominio!) miserabile e
cencioso. Questo nome vi sia di sicurezza che quando vi rispondo che
non ebbi vista d’interesse a pregarvi di accogliere la dedica, ciò era
in realtà più che verissimo. Ma di questa cosa avrò a scrivervi altra
volta. Io ora raccolgo tutte le opere di Giordani, e sopratutto sono
occupato a sistemare il modo da fare ristampare il panegirico; che è
opera un po’ scabrosa da vincere le revisioni; ma in qualche paese lo
stamperò. Aspetto intanto una decisione da Firenze.
Fio avuta da Fermo una traduzione in latino della vostra Canzone al-
l’ab. Maj. L’Autore si è un certo Canonico Guerrieri.1 Io la farò esami-
nare, e se sarà giudicata degna di Voi, La stamperò nelPAbbreviatore.
Il nostro giordani è a Piacenza. Mi dice che vi saluti; che vi avvisi
di avere avuta in Milano la vra del 20. ottobre, e di avervi risposto
11 5. novembre.
Finisco, abbracciandovi con tutto l’affetto, e protestandomi per
sempre
Vro d.mo Serv., e Amico vero Pietro Brighenti |
362. |
Di Giannantonio Roverella. |
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[di Cesena a’ 29. di Novem* 1820.] |
Pregiatiss.0 S.rc Conte
Le rendo sincere grazie dell’accoglimento amorevole fatto alla mia
Conocchia, di che me ne fa fede la gentile sua lettera del 20. spirante.
Essa, poverella com’è, può viaggiare securamente senza temere lo sde-
gno e la persecuzione d’un inquisitore o d’un re. La sua Canzone, che
racchiude quanto da quelli si teme, massime in questi tempi, doveva
esser proibita qual merce contagiosa in Lombardia, nè si stupirebbe,
se fossero fulminati d’anatema coloro che la posseggono. Forse altret-
tanto accadrebbe se altri versi pubblicasse l’autore di quell’idillio, però
senza questo esperimento abbastanza inviso: non basta esser reso cit-
tadino passivo, starsene nella propria stanza, conversar co’ libri, onde
non dimenticare il leggere, per vivere tranquillo.