Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/607

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c sempre con rifiuto, certamente che se non porta a far credere que- sto, fa nascere un gran dubbio. Per togliermelo, scrivo a Lei, degniss. Sig/ conte Giacomo, facendo qui copiare l’ultima lettera che ho scritto.1 Non ostante la protesta che in essa troverà, se ella, mio cariss. signore, mi dirà di cancellar quel mio credito di L. 169.77 ital.c, il farò prontamente, purché io sappia che questa sia cosa per Lei grata, e conosca Ella in ciò una prova sincera della mia stima che manterrò viva sin che a Lei piacerà di considerarmi quale sento di essere Dev.mo Serv. suo di cuore Ant. Fort. Stella

380. A Leonardo Trissino.
Recanati 19 Febbraio 1821.

Dall’ultima sua cortesissima dei 91 del corrente dove mi avvisa della perdita di due lettere mie, prendo argomento di pregarla che se io le avrò mai dovuto o le dovrò parer negli- gente in questo particolare del rispondere, V. S. non voglia cre- dere che io mai per nessuna cagione abbia mancato, o sia per mancare in questa parte al debito mio. Perchè le poste mi sono tanto nemiche, da non potermi assicurare che nessuna lettera ch’io scrivo, capiti bene. Ma non perciò tralascio di scrivere, e dalla gentilezza di V.S. non ho ricevuto lettera alla quale io non abbia risposto. V. S. non aspetti notizie letterarie di questi paesi, che dall’alfabeto in poi non hanno altra letteratura. Anche di qui è stato gran passo di truppe, ma tutto ordinato e paci- fico. E questo paese è tale che si fractus illabatur orbis, impa- vidum ferient ruinae,2 o piuttosto non impavidum anzi tre- mante, ma immobilem, perchè non avrebbe tanta lena da scostarsi un mezzo passo in modo che quei rottami non gli venis- sero a dirittura nella testa. Avrò ben caro che V. S. mi voglia compiacere d’informarmi del suo stato presente di salute, e se altra cosa che le appartenga mi potrà essere comunicata, come quello che non saprei che cosa anteporre all’amicizia e confi-