denza di V.S. Se le paresse di adoperarmi in qualche commis
sione dov’io fossi buono a servirla, me ne stimerei singolarmente
favorito; ma di questo è maggiore il desiderio che la speranza.
Tuttavia, se anche non potrò mostrarmi colle opere, sarò certo
coll’animo
Suo perpetuo e sincerissimo Servitore ed Amico.
381. |
Ad Antonio Fortunato Stella. |
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Recanati 26 Febbraio 1821. |
Stimatissimo Signore
La sua graditiss. 14 andante mi giunse coll’ultimo ordinario
e rispondo immediatamente. Vorrei ch’Ella si persuadesse che
il disturbo ch’Ella riceve per parte di mio padre, mi addolora
e mi attrista infinitamente. Io non sono bene informato della
cosa ma tuttavia non solo non difendo mio padre, ma do schiet-
tamente ragione a Lei. Dirò sinceramente tutto quello ch’io so.
Quando Ella inviò a mio padre il conto, dal quale risultava il
noto suo credito, vale a dire, due anni addietro e più, se non
erro; mio padre me lo fece vedere; e quindi si pose ad esami-
nare le sue carte, per riscontrare le partite di quel conto. Io mi
ricordo che nel conto erano scorsi parecchi errori. Per esem-
pio, l’ultimo semestre dello Spettatore, cioè il secondo seme-
stre del 1818 non ci era mai stato spedito. E una o due delle
ultime spedizioni fatte a mio padre da Lei, o dal suo negozio,
non sono state mai ricevute. Se mio padre allora le rispondesse,
io non lo so; e d’allora in poi, sono affatto all’oscuro di quanto
è passato fra Lei e mio padre, se non che dall’ultima sua pregia-
tiss. intendo con sommo dispiacere, il rifiuto della cambiale,
e il silenzio di mio padre. Io conosco il carattere di mio padre: e
perciò non mi maraviglio della sua grande indolenza intorno agli
affari propri. Io so ch’egli agisce colla stessa indolenza anche
nelle cose che l’interessano sommamente, e nelle quali dovrebbe
esser premuroso per suo proprio vantaggio. Ne ho molti esempi,