Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/620

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l’ingegno di Dante, e la dottrina di Salomone, non potrei con- seguire una menoma parte di quella fama che ottengono i più scioperati e da poco; sono immutabilissimamente deliberati di non lasciarmi partire di qua, s’io non trovo una provvisione da potermi sostenere a mie spese. E de’ miei portamenti, che son tali, quali non si raccontano o non si credono, in questa età mia, di persona che fosse al mondo, mi ricompensano con ricusare ostinatamente di aiutarmi a conseguire quello medesimo che mi dimostrano e prescrivono per necessario. Solamente mi lasciano la misera facoltà ch’io proccuri con quasi nessuna conoscenza, e di lontano, quello ch’è difficile ad ottenere con moltissimi aiuti e patrocini, e colla presenza. S’è domandato per me al Segretario di Stato il luogo ora vacante di professore di lingua latina nella Biblioteca Vati- cana.1 Ma S.Em. non mi conosce se non per quell’uomo oscu- rissimo e sconosciutissimo ch’io sono effettivamente. Mi accer- tano che se Mons. Mai facesse un motto in mio favore al Segretario di Stato, il negozio succederebbe. Io scrivo a Mons. Mai che da qualche tempo conosco per lettere. Ma parimente mi dicono (e m’era parso già di vederlo) ch’egli è persona d’animo freddo, e bisognoso di forti stimoli a prendersi briga per chi si voglia. Ora io posso ben chiedere il benefizio, ma non meri- tarlo, nè generalmente parlando, nè (in questa mia condizione) con veruno in particolare. Conte mio, non monta, e niuno si deve curare ch’io viva; non desidero, anzi per nessuna cosa del mondo non vorrei vivere: ma poiché non posso morire (che se potessi, vi giuro che non finirei questa lettera, anzi che sarei morto da lungo tempo), io domando misericordia alla natura che m’ha dato l’essere appo- statamente per vedermi a soffrire, domando misericordia ai pochissimi amici miei, perchè m’aiutino a sopportare, non più la vita, ma gli anni. Io non so se voi tenghiate con Mons. Mai nessuna familiarità: ma sapendo che siete famoso e riverito, come per tutta Italia e fuori, così massimamente in Roma, ho cre- duto che forse potreste favorirmi in quel modo che vi piacesse, e preso ardire di supplicarvi. Ma perdonate s’io vi fo parteci-