Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/622

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ivi sia un posto di Professore di lingua latina. Egli è posto di scrittore: cioè di amanuense; cioè d’opera vile ed ingrata: il terzo tormento dopo la corda e la rima. E voi nato a nobili ed alte cose vorrete porre tutta la vostra mente in officio sì vano? Noi credo: e credo che lascerete que- sta fatica a qualche bue pedagogo: che tal campo è per tali bestie. A questo aggiungasi la povertà della paga: perchè ella è di quindici scudi: i quali appena vi basterebbero per la casa e pel servo. Nè qui finisce la cosa; ma la peggiore sua condizione è quando si osserva dal canto della vostra salute. Perchè lasciamo che il mestiero del copista è il peri- colosissimo de’ mestieri a chi è gracile, ed ha, come aveva il Berni, un ladro stomacuzzo. Il gran danno si è quel pestilente cielo, dove dal Giugno al Novembre l’uomo non vive senza terzane, quartane, quoti- diane, e quante sono le generazioni della dea febbre. Talché in que’ mesi S. Piero si muta nel tempio di questa dea. E il gagliardo anzi Erculeo Mons.° Mai che facea da spirito forte, io l’ho visto tremante e pallido infermo: io l’ho udito confessarsi meritevole della pena dovuta alla sua incredulità. Queste cose ho voluto significarvi per vostro governo. Non di meno io scriverò al Mai: da cui sono certo che riceverò una risposta tutta adornata di dolci parole ed anche di speranze. Ma voi gli avete già visto il cuore, senza conoscerne la persona: e vi so dire, che non vi siete ingannato. Intanto pensate al vfo bene: e sappiatemi dire s’io debba adoperarmi per voi anche in altre maniere. Chè io mi offero interamente al servigio vostro: siccome a giovine nato ad illu- strare la sua casa, e la sua patria colle più alte virtù dell’animo e del- l’ingegno. Ma ditemi: Perchè non venite a Pesaro per qualche mese? Vi è aperta la casa mia, quella de’ Cassi, quella de’ Lazzari: avete i Mamiani vostri cugini: avete una città intera piena di gente che vi estima e vi onora più che non credete. Venite adunque fra noi: e così il nuovo cielo, e gli amici nuovi, e le nostre ville, e il nostro mare, ed i libri nostri vi toglieranno ogni amarezza dall’animo; e forse vi convincerete che l’uso il più utile della vita è quello di conservarla inte- ramente alla filosofia ed alle lettere. Ama nos et vale. Tuus ex asse Iulius Perticarius. Kal. aprii. 1821