Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/658

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preso, che coltivando del pari la vostra, ha il piacere di spesso vedere i vostri graditi Caratteri. La stima che sempre di voi ho avuta, e della vostra erudizione, mi aveva da qualche tempo eccitato a pregarvi di volere alcuna volta farmi pago coi vostri consigli, ed aiutarmi col vostro sapere a proseguire il corso delle mie benché tarde fatiche. Al presente poi che dal lodato Cancellieri mi trovo spronato a farlo, vengo a pre- garvi di volermi favorire qualche volta dei vostri lumi, e della vostra dottrina. Non si offenda la vostra modestia della lode, che io vi tri- buto, poiché la mia voce non è che l’eco delle voci di tanti altri, che anche qui in Roma al vostro ingegno fan plauso, e che bramerebbero un giorno veder trapiantato in più fertil terreno quel arboscello che tanta porge speranza di doviziosissime frutta. Non voglio però rino- varvi un idea [sic], che so bene esser per voi amarissima, e solo addol- cisca il vostro animo il riflettere, che se ancora il destino non ha per voi cominciato a segnar giorni felici, un giorno verrà che potrete cogliere largo frutto delle vostre studiose fatiche: fructum suum dabit in tempore suo. Voi siete ancor giovane, e non avete trascurati l’anni della vostra giovinezza, come pur troppo di me è avvenuto, che tardi mi sono spinto nella carriera dello studio, così che ora conviene che mi lagni a ragione, e sovente dica a me stesso: Così avess'io i prìm'anni Preso lo stil eh 'or prender mi bisogna, Che ’n giovenil fallire è men vergogna. (Petr.)} Così avess’io tratto profitto da quella nobile invidia, che in me destava la fama del vostro nome, ed avessi cercato se non d’agguagliarvi d’imi- tarvi per lo meno! Ma ora il pentimento è tardo, e vano, ed il tempo perduto non si ricupera più, ed è perciò che a compensarne in parte la perdita mi fà uopo sudare, ed affaticarmi il doppio onde secondare almeno la presente mia buona volontà, e corrispondere in parte alle insinuazioni di quei scienziati che della loro amicizia mi onorano. Da voi pertanto, che a me di sangue congiunto dovete aver a caro più di qualunque altro il mio bene: attendo appoggio, e consiglio nei studj, ai quali da qualch’anno a questa parte sono incaminato, e che mi sono proposto seguire. Ove io possa contracambiarvi in parte, con il mio qualunque siasi piccolo ingegno, e con opere d’inchiostro i lumi, e saggi giudizi che sarete per darmi, spero, che farete capitale della mia povera penna, e della mia leale servitù, della quale fin d’adesso vi faccio padrone. L’amicizie che ho contratto senza alcun merito con varii let-