Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/688

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a Roma Venerdì. Riserbo a un’altra lettera tutte le espressioni della mia vera ed eterna gratitudine verso di Lei, e del mio fermo proposito di far sempre quello che io creda doverle essere di maggior piacere. La prego de’ miei saluti alla cara Mamma, al fratello Carlo, e agli altri tre; e similmente de’ saluti del zio Momo,1 il quale dal primo giorno del viaggio in poi, non ha più sofferto, e sta bene. Perdoni l’orridezza dello scrivere, il qual’è dopo cena, in tavola, fra molte persone che mi assordano. Le bacio le mani, e con gran tenerezza mi segno

Suo affettuosissimo e riconoscentissimo figlio
Giacomo

456. Ad Adelaide Antici Leopardi. Roma 23 Nov. [1822] Carissima Signora Madre Siamo arrivati in questo punto sani e salvi senz’alcuna disgra- zia, e troviamo similmente arrivati e sani tutti i parenti. Scrivo in fretta perchè la posta è per partire, e le fo i saluti del Zio Carlo, del Zio Momo, di Donna Marianna1 e di tutti gli altri, i quali stanno benissimo. La prego di presentare i miei più rispet- tosi e affettuosi saluti al Signor Padre al quale scrissi già da Spo- leto, e d’abbracciare per me i fratelli, assicurando sì l’uno come gli altri, che io scriverò loro a lungo, e darò loro conto di me, quando sarò libero dalla necessità della fretta, e quando avrò trovato dove sia la mia testa. Io sto bene e gl’incomodi del viag- gio, in cambio di nuocermi m’hanno notabilmente giovato. Le bacio la mano con tutto il cuore, e pieno di vivissimo affetto e desiderio di Lei, mi dichiaro

Suo tenerissimo figlio
Giacomo