Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/699

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st’oggetto. Vedi di risparmiarmi in seguito questa noja coll’esimerti dal mostrare le mie lettere: anch’io per lo stesso oggetto non ho mostrato la tua a Babbo, e m’è andata bene; bensì gli ho detto il con- tenuto. Se tu nella tua prima mi rassicuri, bene; se no, domanda alla posta del Sig. Leonida Termopili. Ti prego di scrivermi sotto il nome di Sofia Ortis: la ragione è che questo è il nome che avea dato a Mariuc- cia, e non voglio passare per coglione col maestro di posta che ho pure prevenuto, il quale non vede venire un cazzo sotto questo nome, e sicuramente s’imagina di che si tratta. Ti ringrazio di ciò che me ne dici; parlamene pur sempre: essa però non sentirà parlar di me per ora, perchè non vuol obbedire. Ila scritto a Paolina per supplire, ma figu- rati. Ho trovato la borsa; vuota già s’intende, e sta ora in mie mani. Tu non glie ne dir niente. Addio mio caro Buccio, mi tratterrei sem- pre con te - credimi che non si può aver più premura di quella che ho per te. Ti abbraccio e ti bacio con tto l’affetto.

463. Di Monaldo Leopardi.
Recanati 29. 9bre 1822.

Mio Caro Figlio La vra scrittami da Spoleti il dì 20, giunse con l’altra scritta a vra Madre da Roma il dì 23. Ammirabile sagacità della nfa amm[inistra- zio]ne Postale alla quale, sola forse in tutto il mondo, è riuscito di con- ciliare un metodo, secondo cui le Lett.c scritte prima e da vicino tar- dano più che quelle scritte dopo e altrettanto da lungi. Ringraziamo però la previdenza perchè mentre soffriamo, e deridiamo queste insuf- ficienze del Govno nfo, siamo immuni da tante reali e personali gra- vezze onde gemono i sudditi di altri Principi. Di cuore poi e ben di cuore ringrazio Iddio misericordiosissimo per avervi fatto giungere costà salvo e sano, liberandomi così dal timore in cui mi teneva la vra non guarita costipaz.6 In ogni altra circostanza non avrei permesso il vfo partire in quello stato, ma calcolando tutto, conobbi che il tratte- nervi non era il vfo meglio. Restai però con timore, e questo ha aumen- tata la mia compiacenza nel sentirviperfettam' rimesso. A quest’ora avrete veduto alquanto di Roma, e ne saprete più di mè che sarei nuovo costì come in Londra, non ricordandomi affatto del poco che ne viddi nella mia gioventù.