st’oggetto. Vedi di risparmiarmi in seguito questa noja coll’esimerti
dal mostrare le mie lettere: anch’io per lo stesso oggetto non ho
mostrato la tua a Babbo, e m’è andata bene; bensì gli ho detto il con-
tenuto. Se tu nella tua prima mi rassicuri, bene; se no, domanda alla
posta del Sig. Leonida Termopili. Ti prego di scrivermi sotto il nome
di Sofia Ortis: la ragione è che questo è il nome che avea dato a Mariuc-
cia, e non voglio passare per coglione col maestro di posta che ho pure
prevenuto, il quale non vede venire un cazzo sotto questo nome, e
sicuramente s’imagina di che si tratta. Ti ringrazio di ciò che me ne
dici; parlamene pur sempre: essa però non sentirà parlar di me per ora,
perchè non vuol obbedire. Ila scritto a Paolina per supplire, ma figu-
rati. Ho trovato la borsa; vuota già s’intende, e sta ora in mie mani.
Tu non glie ne dir niente. Addio mio caro Buccio, mi tratterrei sem-
pre con te - credimi che non si può aver più premura di quella che
ho per te. Ti abbraccio e ti bacio con tto l’affetto.
463. |
Di Monaldo Leopardi. |
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Mio Caro Figlio
La vra scrittami da Spoleti il dì 20, giunse con l’altra scritta a vra
Madre da Roma il dì 23. Ammirabile sagacità della nfa amm[inistra-
zio]ne Postale alla quale, sola forse in tutto il mondo, è riuscito di con-
ciliare un metodo, secondo cui le Lett.c scritte prima e da vicino tar-
dano più che quelle scritte dopo e altrettanto da lungi. Ringraziamo
però la previdenza perchè mentre soffriamo, e deridiamo queste insuf-
ficienze del Govno nfo, siamo immuni da tante reali e personali gra-
vezze onde gemono i sudditi di altri Principi. Di cuore poi e ben di
cuore ringrazio Iddio misericordiosissimo per avervi fatto giungere
costà salvo e sano, liberandomi così dal timore in cui mi teneva la vra
non guarita costipaz.6 In ogni altra circostanza non avrei permesso il
vfo partire in quello stato, ma calcolando tutto, conobbi che il tratte-
nervi non era il vfo meglio. Restai però con timore, e questo ha aumen-
tata la mia compiacenza nel sentirviperfettam' rimesso. A quest’ora
avrete veduto alquanto di Roma, e ne saprete più di mè che sarei nuovo
costì come in Londra, non ricordandomi affatto del poco che ne viddi
nella mia gioventù.