- Giunse qui una lettera scritta a te lo stesso giorno che tu arrivasti
a Roma da Peppe Melchiorri:1 a quest’ora l’avrai visto, ma in ogni
caso te l’avverto. Ti parlava di certi suoi imbrogli, e ti mandava una
poesia di un suo amico nel parto di sua moglie. Figurati le gran cose
che ho da dirti per parte dei fratelli. Paolina - ma eccola che ti vuole
scrivere per forza qui sotto.
E senza dubbio che io voglio dirti qualche parola, Giacomuccio
mio, se non altro per farti ricordare di me, benché spero che non mi
avrai dimenticata. E inutile il dirti che io ti voglio sempre bene, che
sempre mi pesa, e mi affligge la tua lontananza: tu lo crederai bene
senza che io te lo assicuri; e se non avessi letto ciò, che ti dice Carlo
qui sopra, e, se non avessi paura di essere accusata di rubare le sue
parole, volevo dirti come sempre ti cerco, e sempre mi pare di sentire
i tuoi passi, e mi muovo per vederti, ma già inutilmente, che tu non
ci sei più, e per lungo tempo. E bisogna accomodarsi a quest’idea, che
sempre meno mi affliggerà se tu mi assicurerai di amarmi ancora dove
sei, e di ricordarti spesso di me, che ti scrivo al suono del Pianoforte
di Carlo, che non mi lascia distinguere i spropositi che faccio, per ter-
minare i quali ti lascio, salutandoti e abbracciandoti leggermente per
non farti male. Addio. - Non ci hai parlato mai del tuo raffreddore;
speriamo che ne sarai guarito.
Basta basta: ecco che mi ha rubata tutta la carta - Se mi vuoi
bene, divertiti, questo è il solo compenso della tua lontananza. Ti do
i saluti dei Genitori: presenta i miei complimenti ai tuoi ospiti -
Avremo, o piuttosto avranno l’Opera, a Loreto non v’è Musica. Di
nuovo, divertiti, t’assicuro che mi preme assai, e finché siamo lontani
non ti domanderò altro favore che questo. Addio Buccio voglimi sem-
pre bene.
Cara Paolina. Che cosa volete sapere de’ fatti miei? Se Roma
mi piace, se mi diverto, dove sono stato, che vita faccio? Quanto
alla prima domanda, non so più che rispondere, perchè tutti