famiglia le felici feste, e ritornandole i salati de’ miei ospiti,
particolarmente di Donna Marianna e del Zio Carlo, le bacio
la mano con tutta l’anima, e mi ripeto
Suo vero e gratissimo e amorosissimo figlio Giacomo.
Roma 20 Dicembre 1822.
In uno de’ tomi della B. Gr. del Fabricio,3 e credo nel nono,
subito dopo la coperta, dovrebb’essere una mia cartuccia, tutta
piena di numeri, in cima della quale dovrebb’essere scritto Theo-
pomp. o, in qualunque altro modo, il nome di Teopompo. Se
non è troppa confidenza il domandarlo, desidererei ch’Ella si
compiacesse di spedirmela, perchè forse mi dovrebbe servire
in alcuni lavori; de’ quali, se avranno luogo, non mancherò
informarla.
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Di Monaldo, Pif.rfrancesco e Paolina Leopardi. |
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Recanati 20 Decembre 1822. |
Mio caro Figlio. Le vicine solennità natalizie chiamino maggiori
sopra di voi le benedizioni divine, e vi sieno fauste e gioconde come
ve le auguro, e ve le augurano la Mamma e i Fratelli. Perchè poi le
Ruggiade celesti non vadano disgiunte da qualche stilla di pinguedine
terrena, riscuoterete dalla Posta scudi 10 che vi ho francati, e vi faranno
ricordare il giubilo infantile con cui si suole nella prima età vedere
il ritorno di queste lietissime feste. Addio caro Figlio. Siamo frà il can-
dore delle Nevi, che cadono ancora, e promettono diuturnità di arrivo,
e di permanenza. Non è peraltro discaro il vedere e l’assaggiare ancora
di quando in quando la parte dei nfi Fratelli Settentrionali. Addio.
Saluti di tutti a tutti. Anche nell’ultimo scorso mancarono Lett.e vre,
ma mai più mancheranno. Fio ritrovato il piccolo Omero collocato in
altra scansia. Oh che operona si prepara per giovedì. Non ci sarà la
simile in tutte le Marche, e le sole prove fanno restare di sasso. Ditelo
a Donna Marianna, e fategli venire l’acqua in bocca. Vi abbraccia il
vro Aff.° Padre